Crissolo, addio all’Unione
Dopo Revello e Oncino, l’Unione Montana del Monviso perde un altro pezzo.
Il Consiglio convocato per le 21 di lunedì 18 gennaio ufficializzerà infatti l’ennesimo addio: quello del Comune di Crissolo, comunicato all’assemblea dei sindaci dell’Unione dallo stesso primo cittadino.
Un addio inevitabile che avevamo anticipato sin dallo scorso mese di settembre e che segna l’implosione di un’Unione nata con un’accentuata zoppia sin dal suo primo vagito (paradossalmente proprio crissolese).
Nonostante Fabrizio Re, il sindaco del piccolo paese dell’alta Valle Po, si affretti a dire che quello del suo Comune non sarà uno “sbattere la porta”, è innegabile che la fuoriuscita dall’Unione di chi (più di molti altri) aveva contribuito a farla nascere al punto da meritarsi la vicepresidenza dell’ente, segna un incontestabile fallimento politico dell'attuale vertice, aprendo di fatto uno scenario di crisi al buio, con esiti per ora inimmaginabili.
Per contro va detto che oggi l'offerta politica in valle Po non è più quella di un tempo, per tutta una serie di motivi, e non sono maturate sul campo alternative alla presidenza di Emidio Meirone, volenteroso sindaco di Sanfront finito nel tritacarne dei campanilismi.
Sono passati insomma i tempi dei Raimondo Sacco, dei Celestino Costa, dei Roberto Moine, degli Aldo Perotti e dei Mario Anselmo. E di questa involuzione oggi il territorio e le istituzioni sono chiamate a pagarne un prezzo altissimo.
Tornando al dunque, l’addio di Crissolo sembra certo (nonostante lo sconforto che ha colto il presidente Meirone e le sue tante telefonate finalizzate ad evitare il tracollo): i perché di questo gesto si conosceranno lunedì 18. Anche se sarà un po’ come scoprire il segreto di Pulcinella.