L’agriturismo ha le carte in regola per lanciare l’ospitalità della fase 2
L’azzeramento della spesa turistica ha avuto un impatto economico devastante con una perdita stimata in quasi 20 miliardi di euro per l’alloggio, la ristorazione, il trasporto e lo shopping dall’inizio della pandemia in Italia, secondo un’analisi di Coldiretti.
A pagare il conto più salato è l’alimentare con il cibo che è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia, con circa 1/3 della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche.
«Ancor più in Italia, il cibo è il vero valore aggiunto delle vacanze - spiegano dalla Coldiretti -. Il Piemonte conta 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg e 42 Doc e produzioni di eccellenza che vanno dal riso al vino, dai formaggi alla carne fino all’ortofrutta. Si tratta di primati che dimostrano l’immenso valore storico e culturale del nostro patrimonio enogastronomico che, con la ripresa delle attività, potrà tornare a creare opportunità di sviluppo economico ed occupazionale. In questo contesto - sottolineano i dirigenti Coldiretti - l’agriturismo svolge un ruolo centrale per la vacanza Made in Piemonte nella fase 2 perché contribuisce in modo determinante al turismo di prossimità per la riscoperta dei piccoli borghi, dei centri minori e della natura. Oltretutto, gli agriturismi sono tra le strutture che offrono maggiori spazi all’aperto e consentono di rispettare le misure di precauzione».