Parco della Rocca i primi 40 anni

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«Camminando sui sentieri della Rocca, sembra ancora di sentire aleggiare gli spiriti delle divinità celtiche che in questo luogo, pieno di fascino ma anche di mistero, devono sicuramente aver abitato, scalzate poi da quelle romane, a loro volta allontanate per sempre dal Dio dei Cristiani». Così scriveva Franco Zavattaro, lo studioso che scoprì nel 1979 le pitture rupestri e le tracce risalenti ad oltre seimila anni fa sulle rocce della montagna cavourese.

La Rocca spegne quaranta candeline come parco naturale. Era infatti il maggio del 1980 quando il simbolo di Cavour venne inserito tra le circa sessanta aree protette del Piemonte.

Era la conclusione di un iter lungo e laborioso. Già nel 1969 Franco Zunino, incaricato del Fondo Mondiale per la Natura presso il Parco Nazionale d’Abruzzo venne invitato a visitare la Rocca dall’allora presidente della Pro Cavour Edmondo Destefanis

Zunino commentò, in una lettera inviata al Comune: «Se questa rupe venisse severamente vincolata creandola in una Riserva Naturale, potrebbe divenire uno dei principali centri di attrazione turistica della pianura occidentale piemontese. Si tratta di un libro di scienze naturali aperto a tutti, come una scuola viva della natura o pura e semplice attrazione per il turista amante delle bellezze naturali o dello straordinario».

La campagna per la tutela e la salvaguardia della Rocca (che in alcune foto di inizio ‘900 si presenta addirittura priva di alberi) durò dieci anni, e vide scendere in campo, oltre all’amministrazione comunale e alla Pro loco anche i più illustri personaggi cavouresi come l’onorevole Antonio Giolitti (nipote dello statista), Luigi Buffa di Perrero e i vertici di Pro Natura.

Grazie all’impegno dell’amministrazione, guidata da un giovane Silvio Fenoglio, gran parte della Rocca venne acquistata dal Comune. La vetta era infatti ancora in mano ai baroni Maurice-Choisy, eredi dei Benso.

Non solo la Rocca di Cavour fu inserita tra le aree protette della Regione, ma anche la vicina abbazia di Santa Maria, la cui opera di restauro era iniziata pochi anni prima.

Nel marzo del 1995 il Parco venne accorpato al sistema delle Aree protette della Fascia Fluviale del Po, tratto Cuneese, assumendo il titolo di Riserva Naturale Speciale della Rocca di Cavour.

Per effetto della legge regionale 19 del 2009 sul riordino delle aree protette, che apporterà modifiche sostanziali ai territori, il Parco Naturale della Rocca di Cavour passerà, dal 2012, sotto la tutela della Provincia di Torino acquisendo dalla Direttiva Europea Habitat, il riconoscimento di sito di importanza comunitaria (Sic) per i suoi due suoi ambienti naturali particolari: la vegetazione mediterranea delle pareti rocciose silicee a sud e i boschi di castagno a nord, che annoverano alcuni esemplari secolari.

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