E’ partita la raccolta dei mirtilli Resta il problema degli stagionali piccoli frutti Buona annata, produttori remunerati 5 euro al kg

E’ partita la raccolta dei mirtilli Resta il problema degli stagionali piccoli frutti Buona annata, produttori remunerati 5 euro al kg
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Entra nel vivo la campagna del mirtillo, che tanta diffusione ha avuto negli ultimi 20 anni in valle Po. La prossima settimana inizierà la raccolta della Duke, la più diffusa nella zona: una varietà precoce ma che, sorgendo nel nostro areale, nel mercato globale è considerata tardiva. INGHILTERRA

PRIMO

IMPORTATORE

Mentre nell’area mediterranea la stagionalità del consumo del mirtillo è legata al periodo estivo, esiste un mercato britannico che consuma piccoli frutti tutto l’anno. Li importa in inverno dal Sudamerica e poi dai Paesi europei: prima Spagna, poi Italia e quindi Polonia. Nel contesto nazionale il mirtillo delle Alpi è di norma precoce e viene raccolto e distribuito da metà giugno a tutto luglio.

IL MIRTILLO DEL MONVISO

Il boom di produzione avviatosi in zona 20 anni fa è dovuto proprio a questa interessante finestra di mercato di inizio estate che vede l’Italia grande protagonista, abbinato alla scoperta di alcune aree con un microclima adeguato al suo sviluppo. Condizione che di norma si accompagna alla vicinanza ad un fiume: i corsi d’acqua infatti favoriscono l’acidità della terra, fondamentale per la coltivazione del mirtillo. Non a caso sono le aste del Po e del Pellice quelle dove questo frutto è più diffuso.

Mentre in collina si mantiene generalmente un approccio tradizionale, per venire anche incontro alle esigenze del mercato (dalla raccolta alla tavola può passare più di una settimana) in pianura sono andate formandosi aziende di maggiori dimensioni, con produttività superiori del 30/40%. Più a valle il mirtillo ha spesso sostituito gli appezzamenti di pesche e kiwi, diventando nel tempo un investimento redditizio.

NUMERI

In provincia si coltivano oltre 500 ettari, di cui più della metà nell’area Saluzzese/Pinerolese, da cui proviene il 25% del prodotto nazionale. Sono sorte sotto il Monviso una quarantina di medie aziende. Vi sono poi, specialmente in collina, una miriade di piccoli e medi produttori (quasi 400) che conferiscono a cooperative e organizzazioni di produttori, che a loro volta sono la cintura di collegamento con la grande distribuzione e i mercati europei.

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