A Lagnasco sarà completato il restauro della Cappella di San Gottardo grazie alla CRS

A Lagnasco sarà completato il restauro della Cappella di San Gottardo grazie alla CRS
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Grazie alla Fondazione CRSaluzzo sarà completato il restauro della Cappella di San Gottardo

Sarà completato nei prossimi mesi, con il risanamento della facciata e delle pareti esterne, il lavoro di recupero della Cappella di San Gottardo, che all'interno del Cimitero Comunale di Lagnasco, ospita le spoglie del Marchese Emanuele Tapparelli d’Azeglio, ultimo discendente della nobile casata.
Questo, ultimo tassello ancora mancante al completo recupero del mausoleo, sarà realizzato grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo che ha accolto la richiesta pervenuta dall'Amministrazione Comunale di accesso ai fondi stanziati dal bando annuale nel settore "Arte, attività e beni culturali", concedendo un contributo di 15 mila euro. La Cappella di San Gottardo, eretta nel 1553 all'interno dei confini del Cimitero Comunale, ospita le spoglie del Marchese Emanuele Tapparelli d'Azeglio, illustre diplomatico, senatore del Regno d'Italia, ambasciatore in Gran Bretagna, ultimo discendente della nobile casata e fondatore per volere testamentario dell'Opera Pia Tapparelli. È divenuta di proprietà comunale nel 2010, ed il Comune di Lagnasco è stato attuatore di opere provvisionali ed urgenti ed all'esecuzione del restauro del tetto e del consolidamento strutturale, con un impegno finanziario di 50.000 €. L'attuazione dei lavori di restauro degli intonaci interni decorati e dei dipinti murali, opere delle medesime maestranze che lavorarono in epoca rinascimentale nelle sale dei Castelli, sono invece stati eseguiti direttamente dalla Sovrintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio negli anni 2015 e 2016 con fondi stanziati dal Ministero dei Beni e delle attività Culturali per complessivi 70.000 €.
Grazie ai fondi ministeriali, della Compagnia di San Paolo e del Comune di Lagnasco, ed al lavoro dell'Ufficio Tecnico del Comune, da quando è di proprietà comunale sono stati recuperati la pregevole decorazione degli spicchi della volta e gli affreschi delle pareti del presbiterio, strappati e ricollocati su tela in loco a fine Ottocento, tra cui l’iconografia della Sindone retta da tre vescovi.

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