L'IRA DEL WEB

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Dopo il weekend delle polemiche, il mondo della neve si ferma. Lo sci al tempo del Coronavirus è costretto ad alzare bandiera bianca. Le disposizioni previste dal decreto del Presidente del Consiglio in materia di contenimento della diffusione del Coronavirus emesso sabato non toccava gli impianti di risalita del basso Piemonte. Ma già lunedì pomeriggio, prevedendo il restringimento delle misure che sarebbe stato imposto lunedì sera dal premier Luigi Conte, un’ordinanza regionale ha disposto la temporanea chiusura delle stazioni sciistiche piemontesi.

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Per due giorni i comprensori sciistici sono stati una “zona franca”, unico settore libero di continuare la propria attività senza particolari vincoli, fermo restando l'invito a non creare condizioni per assembramenti. Le immagini di diverse stazioni sciistiche prese d'assalto nel weekend in tutto il Nord Italia, con code composte di sciatori ben al di sotto della soglia di distanza suggerita dai virologi, ha fatto scatenare la rabbia degli esperti e l'indignazione degli internauti, motivo per cui è stata disposta la chiusura di tutti gli impianti.

«Dobbiamo prendere atto che il buonsenso che spesso abbiamo chiesto non solo non c’è stato, ma c'è stata anche una operazione di marketing vergognosa» ha affermato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, con un riferimento alla campagna pubblicitaria che il comprensorio dell’Abetone, in Toscana, aveva lanciato per questa settimana offrendo agli studenti skipass giornalieri al prezzo di 1 euro.

IL DIETROFRONT

Lunedì è quindi arrivato il dietrofront. Spiega Roberto Gosso, presidente di Cuneo Neve, il marchio che sotto l’egida di Confindustria Cuneo raggruppa i 15 impianti sciistici della Granda: «Per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, è stato adottato un provvedimento di responsabilità e solidarietà, condiviso con il governatore del Piemonte Cirio. La parola d’ordine ora è: restare a casa».

LO STRANO WEEKEND

Nei giorni scorsi erano state adottate misure di sicurezza in quota, come l’accesso contingentato in seggiovia, ma visto l’aumento dei casi in Piemonte si è ritenuta necessaria questa decisione, di carattere eccezionale, per arginare il più possibile il propagarsi del virus in territori che soprattutto nel fine settimana sono ad alta densità turistica. Una linea condivisa anche dall’Arpiet, l’associazione delle imprese esercenti trasporto a fune, che ha manifestato fin da subito la disponibilità di chiudere tutti gli impianti.

EVENTI ANNULLATI

La chiusura degli impianti giunge all’indomani della nevicata della scorsa settimana, che aveva portato in valle Po 30 centimetri di neve fresca, con un (potenziale) prezioso prolungamento della stagione. Una disposizione che annulla automaticamente tutte le iniziative previste a Pian Munè e Crissolo. Sabato 14 marzo, in particolare, era prevista sulle alture di Paesana una lezione di yoga in quota: il Saluto al Sole, a cura di Andrea Pons, con apericena finale alla baita in quota.

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