«La farmacia non può aprire lì» Divampa la polemica
Il Comune mantiene il suo regolamento: no all’insediamento nell’ex Spada Reale, la San Lorenzo apra altrove

La regolamentazione delle farmacie buschesi è attuale e non va aggiornata. Questo in sintesi il risultato dello studio della Tautemi, a cui il Comune ha richiesto un dossier sullo sviluppo urbanistico e demografico della città per capire se fosse stato necessario modificare i parametri adottati negli Anni ’70, quando si definirono le “aree di influenza” delle tre farmacie della città. Ai tempi sorsero tutte e tre in centro, lungo corso Umberto, spartendosi sulla carta (definita dal Comune) le aree di riferimento dell’utenza in tre blocchi da circa 3000 residenti ciascuna.
Il dossier presentato dall’impresa cuneese di architettura e urbanistica è stato inviato anche all’Asl e all’associazione dei farmacisti e permette al Comune di opporsi alle richieste della farmacia San Lorenzo di Antonella Camisassi, che ha delocalizzato la propria attività nell’ex area Spada Reale, di fatto subentrando in un’area non prevista dalla spartizione delle aree della città (di competenza della farmacia Favro). E ha richiesto una revisione dei “confini” per poter procedere dopo l’acquisizione dei locali e il suo arredo, con l’inaugurazione e l’inizio dell’attività. Gli uffici comunali si sono trovati quindi a dover rivalutare la pianta organica delle farmacie buschesi. Intanto iniziava una vertenza tra le parti su cui si è pronunciato il Tribunale amministrativo regionale.
Il sindaco Ezio Donadio: «Il Tar ha convalidato la rifusione delle spese processuali da parte del Comune alla farmacista: la città verserà quindi 2 mila euro. Ma non si esprime sulle zone di competenza delle farmacie. Per questo abbiamo richiesto uno studio approfondito, conclusosi poche settimane fa. E’ vero infatti che i Comuni hanno ampio potere discrezionale nell’organizzare la dislocazione delle farmacie, che devono essere intese anzitutto come un servizio alla popolazione. Ma le decisioni devono essere proporzionate, razionali e motivate. E le risultanze delle analisi, parlano di una città dalla crescita omogenea: non giustificano, dunque, modifiche al regolamento».
Le due caratteristiche principali per poter aprire una farmacia (sono esenti da queste norme le para-farmacie) sono la distanza minima di 200 metri da un altro esercizio simile e la localizzazione su un’area definita dalla divisione territoriale della città. «Se la richiedente farmacista prendesse in considerazione di insediarsi in una zona come San Chiaffredo o San Rocco non ci sarebbero ostacoli all’accoglimento della sua domanda» conclude il primo cittadino.
Questo e molto altro sulla Gazzetta in edicola e in digitale