Il biolago non può aprire
La relazione dei tecnici: «Progetto buono, ma lavori e manutenzioni inadeguati»

Un progetto esecutivo accurato ma una cattiva realizzazione pratica: è questa la conclusione a cui sono giunti gli ingegneri torinesi Bernardino Chiaia e Stefania Marello, due tra i massimi esperti in Italia, autori di una perizia tecnica depositata alla Procura di Cuneo sul biolago del parco Acqua Viva di Caraglio.
Qui nel pomeriggio di mercoledì 17 luglio 2024 era annegata Anisa Murati, 7 anni. Una bambina di Demonte che era in gita con una cinquantina di altri piccoli dell’Estate Ragazzi degli oratori parrocchiali della valle Stura. Nella perizia si segnalano carenze importanti anche sul fronte della manutenzione e gestione della struttura. A prescindere dalla tragedia della piccola Anisa - scrivono i tecnici - il lago non presentava le necessarie misure per la balneazione in sicurezza degli utenti. Finché non saranno adottate, resterà chiuso al pubblico.
INCIDENTE PROBATORIO
L’incidente probatorio (cioè l’assunzione anticipata di una prova rispetto all’eventuale e successivo processo) era stato richiesto dal pm Alessia Rosati nel novembre scorso, a 10 giorni dal dispositivo del gip Daniela Rita Tornesi, che aveva ordinato il sequestro preventivo del biolago (non dell’intero parco circostante) in frazione Bottonasco, perché pericoloso e sprovvisto delle misure di sicurezza anti-annegamento. Nel corso dell’accertamento tecnico erano stati utilizzati strumenti ad altissima tecnologia e anche laser scanner fotografici 3D.
Erano presenti i legali dei sei indagati con l’accusa di omicidio colposo per “imprudenza, imperizia e negligenza”. Il parroco di Demonte, don Fabrizio Della Bella, organizzatore del centro estivo, le giovani D. S. e L. G. (uniche due maggiorenni nel gruppo di 7 animatori), per non aver vigilato adeguatamente su Anisa, che non sapeva nuotare, permettendole di fare il bagno senza i braccioli.
Altri tre indagati (il gestore del bioparco Roberto Manzi, il progettista e direttore dei lavori ingegner Stefano Ferrari, il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Caraglio e responsabile del procedimento unico – Rup – per l’affidamento dell’appalto, architetto Graziano Viale) sono accusati per non aver impedito la balneazione, né assicurato presidi di sicurezza anti-annegamento.
LA PERIZIA
«A ben guardare ci sono misure previste e ben descritte nel progetto esecutivo mai commissionate, né arrivate, né realizzate. Inesistenti fin dall’apertura del bioparco nell’estate 2022» recita il documento degli esperti.
Nelle 125 pagine della relazione, gli ingegneri Chiaia e Marello equiparano il lago artificiale a una piscina che necessita di tutti gli elementi per ridurre i rischi. Eppure, non c’erano le marcature dei valori minimi e massimi di profondità (eccetto che per l’area non nuotatori), né erano evidenziati i limiti dove avveniva una variazione di pendenza. Per legge, rispetto alla superficie balneabile, era richiesto l’impiego di 4 bagnini, ma quel giorno erano due (e solo uno al momento dell’allarme). La loro postazione era sul lato opposto della bacheca con le indicazioni di fruizione del lago, due salvagenti e una fune. Tardiva la segnalazione di scomparsa di Anisa, le ricerche erano state compromesse dalla torbidità dell’acqua, causata non solo dal movimento dei bagnanti, ma con ogni probabilità anche da una non corretta manutenzione. E mancava il registro delle manutenzioni. Rispetto al progetto esecutivo, le varianti apportate su staccionata, pontili, scalette, delimitazioni, punti d’accesso specifici e orari per impedire l’ingresso ad qualsiasi zona al biolago hanno peggiorato la sicurezza delle entrate in acqua.
LE NUOVE MISURE
La perizia fornisce anche le indicazioni per la messa in sicurezza del bacino, che andranno adottate per consentirne la riapertura al pubblico. Andranno migliorate la bacheca informativa e installata segnaletica su tutti i rischi presenti. Poi una corretta cartellonistica sulla profondità del biolago, punti d’accesso organizzati con delimitazione e segnalazione, un maggiore controllo da parte dei bagnini e soluzioni per impedire che i passaggi tra aree nuotatori e non-nuotatori. Da rivedere il piano d’emergenza ed evacuazione; i periti raccomandano poi l’installazione di telecamere
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