Carotaboys e sinner

I Carota Boys tornano a New York dove tutto è cominciato

Il tifo per Sinner ai quarti degli US Open, poi la bolgia a Milano per la finale coin Fritz

I Carota Boys tornano a New York dove tutto è cominciato
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Tutti in piedi, pronti a saltare, per il punto decisivo del tie-break del terzo set. Hotel Sheraton di Milano, oltre 300 presenti, che esultano e vivono col fiato sospeto ogni punto del campione italiano. La sala è gremita per la finale degli Us Open, è colorata di arancione e vestita a festa.

Su tutti, in prima fila, gli immancabili Carota Boys, giovani revellesi che ormai da 12 mesi vivono un sogno: essere la mascotte del talento alto-atesino in giro per il mondo e condividere con i tifosi la passione per il suo formidabile gioco, che lo ha portato al primo posto nel ranking mondiale.

UN ANNO FA QUEL PAZZO VIAGGIO

La finale vista su maxi-schermo fa il paio con l’ottavo, che quattro di loro hanno vissuto dagli spalti dell'Arthur Ashe Stadium. A tornare negli Stati dopo il debutto dell'anno scorso i Carota Boys ci avevano pensato più volte, ma fino all’ultimo la trasferta è rimasta in sospeso. Gianluca Bertorello, Alessandro Dedominici, Alberto Mondino e Enrico Ponsi sono poi partiti per assistere ai quarti (che hanno visto Sinner battere un altro fenomeno, Medvedev), accompagnati da Aldo Guagliardi, storico pizzaiolo di Revello, da loro soprannominato “Lo zio”, che si è autodefinito “portaborse dei Carota Boys”. Mentre lui assisteva in piccionaia all’incontro, le quattro “Carote” erano in quattordicesima fila, una postazione privilegiata assegnata dagli organizzatori del torneo dello Slam: e di lì hanno sostenuto e trascinato il loro idolo verso la semifinale, salutati dal campione a fine gara.

A MILANO L’APOTEOSI

Il resto è storia sportiva recente. Sinner ha reso ancora più orgogliosi i suoi primi fans, domenica sera (ore italiane) battendo Fritz in poco più di due ore e aggiungendo un ulteriore capitolo a questa fantastica stagione. Il suo secondo trionfo in uno Slam. Tutto in pochi mesi. Nessun tennista italiano era mai riuscito in questa impresa.

A Milano, durante la finale animata dai revellesi, il colpo d’occhio era pazzesco: quasi tutti indossavano qualcosa di arancione, chi un cappello chi una maglia. Tifosi da Treviso, Torino, Riccione, giunti apposta allo Sheraton per tifare per Sinner insieme ai Carota Boys, con l’ormai famoso costume ispirato al colore dei capelli del loro beniamino.

Prima dell’inizio del match i Carota Boys hanno ringraziato i presenti, lanciando cori e caricando il pubblico. Loro hanno pure un gruppo whatsapp con Jannik: chissà cosa gli avranno scritto dopo le emozioni di domenica... e quante ancora ne attendono.

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