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Castello di Verzuolo, la svolta dei privati

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Castello di Verzuolo, la svolta dei privati
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C’è una data del castello di Verzuolo che sembra marchiata a fuoco nella sua storia: 1477. In quell’anno i valorosi combattenti respinsero l’attacco di Carlo I di Savoia contro il marchesato di Saluzzo. Una disfatta inattesa per il casato torinese, che permise alla fortezza sulla collina di continuare a prosperare. I lavori per realizzarla, cominciati con il marchese Federico II nel 1377, erano infatti proseguiti da Ludovico I e Ludovico II nel corso del Quattrocento.

Il castello aveva una forma quadrata, rinforzato agli angoli da due imponenti torri quadrate e da due rotonde più piccole, circondato da fossati e mura merlate: dopo quella di Revello era la più importante fortezza del Saluzzese.

Con la fine dell’indipendenza del Marchesato, nel 1548, e la successiva annessione al Ducato di Savoia nel 1601, il castello perde la sua funzione militare e diventa una residenza per la villeggiatura. Da questo momento comincia un travagliato susseguirsi di lavori di ristrutturazione, che porta nel corso dei secoli a snaturare quasi completamente l’originale impianto dell’edificio. L’aspetto difensivo viene ingentilito con l’abbattimento delle mura esterne e dei camminamenti di ronda e con la realizzazione di un grandioso salone e di una scala di marmo per accedere ai piani superiori.

I lavori di ristrutturazione, voluti da Silvestro della Manta, provocano lo smantellamento di alcune importanti strutture del sottotetto, che indeboliscono l’equilibrio statico dell’edificio. E’ probabilmente questa la causa del crollo di una delle due torri quadrate nel 1916, che trascinò con sé nella rovina il prezioso archivio del castello, uno dei più importanti del Piemonte.

Il maniero, passato di mano in mano per vicende dinastiche, venne progressivamente spogliato dei suoi arredi. Nel 1938 venne abbattuta anche l’altra torre quadrata e l’ala che collegava le due torri principali.

Diventato proprietà della famiglia Barbiellini Amidei, il castello non fu più abitato dagli anni Ottanta ed è stato messo in vendita nel 2016.

Già dall’inizio degli anni 2000 a più riprese il Comune di Verzuolo, l’associazione ACV e Marcovaldo avevano cercato soluzioni per il suo recupero, ma non si era arrivati a nulla di concreto, soprattutto per le precarie condizioni statiche dell’edificio e per la complessità dell’intervento di consolidamento che avrebbe dovuto riguardare tutta la parte di collina su cui poggia.

Lo scorso anno è giunto l’annuncio dell’acquisto da parte dell’ingegner Graziano Rustico, legale rappresentante della Omeg srl di Cesano Boscone (Milano). Da allora è partito un progetto di recupero, che ha coinvolto nella gestione del bene anche la Pro Villa di Verzuolo.

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