Poco più di vent’anni fa nessuno immaginava che, ai piedi del centro storico di Costigliole, si nascondesse un insediamento romano di epoca augustea. Oggi quel sito, scoperto nel 2003 dagli archeologi dell’Università di Torino, è diventato un vero e proprio caso di studio a livello accademico europeo.
Dalle prime indagini tradizionali – che avevano portato alla luce una villa rustica con funzioni agricole e di stazione di posta lungo la via delle Gallie – si è passati a un progetto di archeologia sperimentale unico nel suo genere, coordinato dal Dipartimento di Studi Storici dell’ateneo torinese con il supporto dei Dipartimenti di Chimica e Fisica.
«Costigliole è oggi un laboratorio interdisciplinare a cielo aperto – spiega il professor Diego Elia, responsabile del progetto, affiancato da Simone Guion e Veronica Bellacicco -. La collaborazione tra archeologi, fisici e chimici ci sta permettendo di comprendere come gli abitanti della villa sapessero sfruttare in modo straordinario le risorse del territorio».
La campagna di scavi dell’estate 2025 ha visto impegnati una dozzina di tra docenti e studenti, coordinati dall’archeologa Valeria Meirano. Dopo gli esperimenti sulle murature in materiale deperibile degli anni scorsi – terra, canne e paglia modellate e poi incendiate per simulare la distruzione della villa nel III secolo – quest’anno l’attenzione si è concentrata sui materiali non deperibili e sulla terracotta, con nuovi test condotti utilizzando argille e minerali locali.
I risultati confermano le raffinate competenze tecniche dei Romani nella scelta e nel trattamento dei materiali da costruzione. Le strutture rinvenute raccontano di un insediamento esteso per circa 9 mila metri quadrati, articolato in edifici destinati alla vita domestica, alla lavorazione dei metalli, alla produzione di ceramica, alla molitura dei cereali e alla viticoltura, oltre a una locanda per viaggiatori e mercanti.
«L’approccio adottato – sottolinea Elia – fa di Costigliole un punto di riferimento per la ricerca archeologica sperimentale. È un luogo dove la scienza incontra la storia, e dove ogni estate si riscrive un pezzo del nostro passato».
Questo e molto altro sulla Gazzetta in edicola e in digitale