lutto per il marchese Carlo Gustavo del Carretto di Torre Bormida e Bergolo di Saluzzo di Paesana

Il cuore grande del marchese Carlo lutto morto a Torino a 85 anni

Ricorda la figlia Ilaria: amava Saluzzo in modo viscerale, ne conservava memorie ed emozioni

Il cuore grande del marchese Carlo lutto morto a Torino a 85 anni
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Aveva l’aspetto di un nobiluomo di altri tempi, il portamento elegante, i modi di fare cordiali, le parole misurate. Chi ha avuto il piacere di conoscerlo ne ricorda il grande amore per Saluzzo, il cuore grande e il sorriso.

Carlo Gustavo del Carretto di Saluzzo è mancato giovedì scorso a Torino, all’età di 85 anni.

Classe 1938, il marchese Carlo Gustavo del Carretto di Torre Bormida e Bergolo di Saluzzo di Paesana, aveva perso la moglie Teresa “Roselline” Beccaro Migliorati nel settembre scorso. Nel giugno 2020 la coppia aveva festeggiato i 50 anni di matrimonio.

«Quando era a Saluzzo - racconta la figlia Ilaria - gli si apriva il cuore. Conosceva un sacco di gente, aveva moltissimi amici, raccontava i suoi ricordi di gioventù legati ad ogni angolo della città. Qui ha trascorso infanzia e giovinezza. Mi raccontava che ogni mattina andava a scuola a piedi, alle elementari, usciva di casa con i libri e con un pezzo di legno. Ogni bambino ne portava uno che veniva poi usato per la stufa della scuola».

Era a Saluzzo, Carlo, quando il padre tornò dalla prigionia di guerra, dall’America, e vi rimase fin dopo gli studi. «Gli piaceva girare per la città in bicicletta, con i suoi amici - continua Ilaria -. Anche recentemente, passeggiando per Saluzzo, legava episodi della sua giovinezza ad ogni via o quartiere».

Conservava con cura i ricordi di quando era presidente del concorso ippico, che si teneva ogni anno a settembre. Una carica che lo inorgogliva perché era appartenuta anche al padre, Marco.

«Aveva una grande umanità - ricorda la figlia -, che mi è stata confermata dalle tante attestazioni di cordoglio e solidarietà che mi sono arrivate in queste ore dagli amici saluzzesi. Sapeva ascoltare le persone, era estremamente mite e buono. Credo di non aver mai sentito dalla sua bocca una frase sconveniente o cattiva nei confronti di qualsiasi persona, anche quando a mio giudizio ne avrebbe avuto motivo. Mi affascinava il fatto che sapesse dialogare con tutti, qualunque fosse l’età di chi gli stava di fronte».

Il marchese del Carretto si era laureato in scienze politiche e gestiva un’agenzia di assicurazioni a Torino.

Tra le sua grandi passioni c’era la storia. Spiega Ilaria del Carretto: «Rimanevo sempre sorpresa dalla sua preparazione. Conosceva date, personaggi, battaglie non solo di un determinato periodo storico, ma di ogni epoca, dai Romani alla storia contemporanea. E non c’era periodo storico su cui non fosse in grado di esporre un intervento o un commento. Era affascinato in particolare da alcuni grandi personaggi, come Napoleone, ma anche Camillo Benso Conte di Cavour e Carlo Alberto di Savoia».

Lascia i figli Ilaria con Umberto, e Marco con Maria, oltre ai nipoti Vittoria, Carlo, Costanza, Beatrice, Federico e Margherita.

Il funerale è stato celebrato lunedì alle 12 nella parrocchia dei Santi Angeli Custodi, a Torino.

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