Don Berna è diventato monsignore Un “vescovo per amico” a Grosseto
L’evento in cattedrale Solenne cerimonia di consacrazione per don Bernardino Giordano

Oltre venti vescovi provenienti da tutto il Piemonte, numerosi sacerdoti, le suore della Comunità Cenacolo, centinaia di fedeli giunti non solo da Saluzzo, ma anche da Loreto e dalla Toscana, oltre alle autorità civili e ai carabinieri in alta uniforme.
La comunità della diocesi di Saluzzo ha vissuto domenica un momento speciale accompagnando don Bernardino Giordano, 54 anni, saluzzese, nella sua ordinazione episcopale, che si è svolta nella cattedrale di Maria Vergine Assunta.
Con una laurea in Economia e commercio, un passato da carabiniere e sacerdote dal 2001, don Bernardino Giordano è stato responsabile della Pastorale familiare del santuario di Loreto. La sua ordinazione ha rappresentato un evento significativo per la cattedrale di Saluzzo, che non viveva una celebrazione simile dal 2005.
Aprendo la cerimonia, il vescovo di Saluzzo, Cristiano Bodo, si è rivolto a don Bernardino con parole di affetto: «Questo è un giorno speciale per te, e mi fa piacere vedere quante persone sono qui per testimoniarti la loro vicinanza».
L’omelia è stata affidata a monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, che conosce don Bernardino da oltre vent’anni e lo ha chiamato affettuosamente “don Berna”. Nel suo discorso ha ricordato le parole di Paolo VI nell’ordinazione di cinque vescovi a Roma: «Comprendere il senso di questo momento è come per un viandante fermarsi su un’altura: da lì si può ammirare il paesaggio, ma anche rendersi conto delle difficoltà del cammino. Vivi il tuo episcopato rimanendo sempre discepolo del Signore».
Parlando della vocazione pastorale di don Giordano, monsignor Brambilla ha citato Jean Guitton, primo laico ammesso al Concilio Vaticano II nel 1964, che esaltava la figura del “prete amico”. Ha quindi concluso: «Da oggi le famiglie delle diocesi di Grosseto e Pitigliano-Sovana-Orbetello hanno un nuovo vescovo per amico».
Dopo il rito di consacrazione, con la consegna dell’anello, della mitra e del pastorale, un lungo applauso ha accolto il nuovo vescovo, che ha ricambiato con un sorriso prima di abbracciare monsignor Fabio Dal Cin, vescovo di Loreto, e gli altri presuli presenti.
Il sindaco di Saluzzo, Franco Demaria, si è rivolto ai fedeli toscani con parole di stima: «Avrete un vescovo capace di accogliere con un sorriso sincero e di guidare con saggezza. Solo una cosa non potrete chiedergli - ha scherzato rivolgendosi all’amico don Berna - di cantare durante la celebrazione».
Monsignor Giordano, con il suo stile semplice e diretto, ha concluso con poche parole: «Quando fui ordinato sacerdote, dimenticai di ringraziare alcune persone, quindi oggi voglio salutarvi tutti di persona in oratorio dopo la messa. Il mio compito è essere segno e memoria viva di Gesù, aiutandovi a sperimentare ogni giorno la sua presenza».
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