Droni sul Viso per l’alpinista disperso
Si cercano tracce del medico ligure scomparso a settembre

Sono riprese martedì mattina, a quasi un anno dalla scomparsa, le ricerche di Nicola Ivaldo, il medico chirurgo di 66 anni di Albenga disperso sul Monviso nel settembre 2024.
Su richiesta della Prefettura di Cuneo, è stato attivato un coordinamento interforze che coinvolge il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e i Vigili del Fuoco, con l’obiettivo di localizzare l’escursionista esperto scomparso tra il 15 e il 16 settembre dello scorso anno nella zona del Vallone di Vallanta, in alta Val Varaita.
Le operazioni sono state precedute, nei giorni scorsi, da una pianificazione dettagliata da parte dei tre corpi coinvolti, per garantire una gestione efficiente e strutturata della complessa operazione di ricerca. Il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese ha messo in campo due piloti di droni, specializzati nel volo in montagna, e personale a terra esperto nella gestione di scenari impervi e nella conduzione delle attività di ritrovamento dispersi. Le ricerche proseguiranno, in modo metodico seguendo una griglia di ricerca predefinita, anche nelle giornate di mercoledì 30 e giovedì 31 luglio, con l’obiettivo di cercare tracce del corpo del medico.
Nicola Ivaldo era partito in solitaria il 14 settembre, diretto verso il Vallone di Vallanta. L’ultimo segnale telefonico utile era stato localizzato non lontano dalla vetta del Monviso, a ridosso della cresta (oltre i 3500 metri di quota).
L’auto dell’uomo, una volta dato l’allarme, è stata ritrovata parcheggiata nei pressi della diga di Pontechianale.
Non è noto però il percorso compiuto dall’alpinista, che non aveva fornito dettagli sulla sua escursione.
Solo lunedì 16 settembre, non vedendolo rientrare sul posto di lavoro, i colleghi avevano lanciato l’allarme, facendo scattare le operazioni di ricerca.
Le squadre intervenute nei giorni immediatamente successivi si sono scontrate da subito con condizioni meteorologiche molto difficili: una fitta nevicata in quota, la prima dell’autunno, ha compromesso l’avvio delle operazioni. Nei giorni successivi, con il miglioramento del tempo, erano stati effettuati alcuni sorvoli in elicottero, ma la presenza della neve e l’assenza di una zona precisa in cui concentrare le ricerche hanno impedito di ottenere risultati. La presunta posizione al momento della scomparsa è infatti basata sul segnale del telefono cellulare, ma i margini dell’area sono ovviamente non definiti in modo preciso.
La ripresa delle attività nei giorni di fine luglio punta a sfruttare la finestra estiva più stabile e l’eventuale ritiro del manto nevoso per tornare a battere l’area, cercando ogni possibile traccia dell’escursionista.
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