L'addio a silvio berlusconi

La Granda ricorda Silvio Berlusconi Cirio: «È stato come perdere un papà»

Sono in molti, in queste ore, a voler rendere omaggio all'ex Presidente, Silvio Berlusconi.

La Granda ricorda Silvio Berlusconi Cirio: «È stato come perdere un papà»
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La morte di Silvio Berlusconi segna la fine di una stagione politica durata trent’anni.

Una storia che, nel Cuneese, ha visto Forza Italia - a partire dalla prima metà degli anni ’90 - raccogliere, insieme alla Lega, larga parte dei consensi che un tempo l’elettorato moderato affidava alla Democrazia Cristiana e ai partiti laici del cosiddetto Pentapartito.

Con la sua fine si apre una nuova stagione, in parte già iniziata con le elezioni politiche del 25 settembre scorso.

I numeri dicono che, nell’arco degli ultimi dieci anni, ad ogni consultazione, l’asse della coalizione di centrodestra è andato spostandosi sempre più a destra.

Cirio e Berlu

I dati emersi dalle recenti ultime votazioni nazionali ne sono un’ulteriore conferma, con Fratelli d’Italia che ha drenato buona parte dei suffragi che erano prima appannaggio di Forza Italia e poi della Lega.

Che succederà adesso?

Forza Italia si è sempre connotata come un “partito azienda”, saldamente nella mani del suo fondatore, il Cavaliere di Arcore.

Ce la farà a sopravvivere? E se sì in quali termini?

E mentre i politologi e gli stessi rappresentati istituzionali forzisti ai vari livelli, dal Parlamento, alle Regioni per arrivare fino ai Consigli comunali, si pongono questi interrogativi, i protagonisti della politica piemontese e cuneese intervengono per dire la loro su una figura che è stata sì controversa, ma che ha indubitabilmente trasformato la politica italiana.

«Per me è come perdere un papà», ha commentato a caldo il presidente della Regione Alberto Cirio, l’esponente forzista più alto in grado del Piemonte.

«Se ne va un pezzo della storia del nostro Paese, un protagonista, un combattente. A lui - dice Enrico Costa, legato al Cavaliere come lo era stato sin dalla discesa in campo suo padre Raffaele che di Berlusconi fu ministro - mi uniscono tanti ricordi, personali e politici ed è con immensa tristezza che ho appreso della sua scomparsa. Se tanti liberali sono entrati in Parlamento nel 1994, dopo la fine del Pli, lo si deve alla sua discesa in campo. Perché Berlusconi ha tenuto accesa la voce dei liberali in quel momento in cui tutto pareva perso».

Prosegue Costa: «In tanti sostengono che è finita un’epoca. Non penso sia così, se gli eredi della tradizione liberale sapranno mantenerne un’identità, una presenza, una coerenza nell’affermarne principi e valori».

Saluto Berlu e Criio

Anche il ministro della Difesa, il marenese Guido Crosetto, in passato coordinatore provinciale e regionale azzurro oltre che parlamentare del Popolo della Libertà, prima di passare a Fratelli d’Italia, esprime un suo giudizio politico ma prima ancora personale: «Silvio Berlusconi per molti è stato un politico, per molti un grande statista, per moti un nemico da combattere. Per chi come noi - annota Crosetto - ha condiviso con lui anche il lato umano, le cene i pranzi le risate, è stato un grande amico, uno di quelli che ti mancano e una delle persone più straordinarie che abbiamo mai avuto la fortuna di incontrare: con una forza, una determinazione, un rigore lavorativo, una capacità ineguagliabile. Al Paese mancherà il presidente Berlusconi, ma a me mancherai tu Silvio, molto».

Anche dal ministro per le Riforme e l’Autonomia regionale Roberto Calderoli, storico esponente della Lega e cuneese d’adozione dopo il matrimonio con l’europarlamentare Gianna Gancia, arriva un’attestazione di stima e di affetto.

«Ho pianto prima mio padre, poi ho pianto mia madre, come tutti arrivato alla mia età ho pianto alcuni amici carissimi, affetti veri, di cui faccio fatica anche solo a parlare. Oggi piango Silvio, amico di tanti momenti, di tanti anni insieme, di tante risate e anche di tanti momenti difficili. Le rispettive malattie, i rispettivi lutti: tante volte ho ricevuto il suo abbraccio e lui il mio».

«Quello che ha fatto Berlusconi da imprenditore, da presidente del Milan e da uomo delle nostre istituzioni - osserva ancora Calderoli - lo consegniamo alla storia del nostro Paese, che ha contribuito a rendere grande».

L’interrogativo su quel che avverrà politicamente con l’uscita di scena di Berlusconi tocca da vicino la Granda dal momento che - come noto - il presidente della Regione Piemonte è espressione di questa forza politica, una delle tre gambe della coalizione di centrodestra, quella ritenuta la più moderata perché espressione della liberaldemocrazia e perché ancorata nella Ue al Partito Popolare Europeo.

Si apre, dunque, una fase nuova per la politica italiana con il definitivo tramonto della Seconda Repubblica.

Inevitabili le ricadute che dal livello nazionale si irradieranno sul territorio.

In quali termini e con quali conseguenze lo capiremo nelle prossime settimane.

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