Un lumino per non dimenticare
Con gli studenti sulle tracce della Shoah
«Nessuno della mia famiglia è tornato da Auschwitz, neanche da morto». E' il racconto dell'avvocato Antonio Brunetti, nipote di Isacco Levi, tra gli ultimi discendenti della comunità ebraica di Saluzzo, intervenuto giovedì scorso, 15 febbraio, a Borgo San Dalmazzo, alla commemorazione dell’80° anniversario della deportazione degli ebrei della Granda, prima a Fossoli e poi a Auschwitz, che si è svolta al Memoriale nel piazzale della stazione. Ventisei partirono da quei binari. Nove i famigliari di Brunetti. Sopravvissero solo in due ai campi di sterminio.
Ad ascoltare gli interventi della cerimonia c'erano un centinaio di studenti, di cui cinquanta dalle quattro superiori e dalle terze medie di Saluzzo, che hanno raggiunto Borgo su un bus messo a disposizione dal Comune.
«Appuntamenti come questo - ha detto il sindaco Mauro Calderoni - ci spronano a continuare a impegnarci tutti, nella quotidianità e nel nostro piccolo, contro le discriminazioni di qualunque tipo e in qualunque forma».
Gli studenti hanno letto i nomi dei deportati da Borgo. E' stata data lettura anche delle lettere di deportati cuneesi. La mattinata si è conclusa con l'accensione di lumini da parte di ragazze e ragazzi, di fronte ai 3 carri bestiame che ricordano il terribile viaggio in treno verso i lager.
E' intervenuta anche la professoressa di Saluzzo Enrica Segre, la cui zia, Adele, era stata deportata proprio da Borgo.
La commemorazione è stata organizzata dal Comune di Borgo San Dalmazzo, dall'associazione "Ratatoj" di Saluzzo con Piera e Sandro Capellaro, in collaborazione con altri enti e partner. Il Ratatoj con il Comune di Saluzzo e l'Anpi ha inoltre organizzato sabato e domenica scorsi, un viaggio al campo di Fossoli di Carpi.
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