Madre Elvira è salita in cielo, ma le sue opere resteranno vive
Sono migliaia le persone arrivate da diverse parti d’Italia e del mondo per l’ultimo saluto a Madre Elvira: una folla immensa che ha riempito all’inverosimile la tensostruttura montata per l’occasione e si è riversata anche negli spazi adiacenti
E’ impressionante vedere tutte queste persone che ascoltano attente i canti e i ringraziamenti di tanti ragazzi riportati alla vita da madre Elvira, di tante sorelle e volontari che dal suo insegnamento hanno capito la strada da seguire. A partire dalle 14.30 vi sono stati canti e balli, tante persone che hanno raccontato la loro drammatica esperienza e l’immenso aiuto ricevuto. E’ come lei aveva desiderato: il suo funerale è una festa fatta di canti, colori, abbracci, lacrime sì ma di commozione e frammiste ai sorrisi perché questo, in fondo, è un momento di nascita: la nascita di Elvira al Paradiso ma anche il ricordo della rinascita di tanti ragazzi condannati dalla società e riportati alla Luce della speranza da Elvira.
Alle 16.30 arriva la bara, portata a spalle dai “suoi ragazzi” che, amorevolmente e con attenzione la depongono nel corridoio formatosi tra le ali di presenti che applaudono. I sacerdoti ed i vescovi, con le loro stole viola, giunti da tutto il mondo si dispongono intorno all’altare e la celebrazione ha inizio. Il funerale è stato celebrato dal Vescovo di Saluzzo Mons. Cristiano Bodo affiancato dai Vescovi di Cuneo, Vercelli, Tarragona e Alicante.
Viene letto il telegramma inviato da Papa Francesco attraverso il portavoce cardinale Parolin. In esso il Santo Padre ricorda la “coraggiosa testimonianza di fede” che madre Elvira ha saputo dare attraverso la sua “esemplare opera compiuta verso tanti giovani bisognosi di ascolto e di accoglienza”. Si ricorda come Papa Francesco sia stato vicino al Cenacolo attraverso la comunità di Roma e come, prima di partire per Lisbona dove lo attendevano i giovani per le giornate mondiali della gioventù, abbia voluto incontrare i ragazzi della Fraternità di Roma, soprattutto quelli appena entrati nella comunità stringendo loro le mani a uno ad uno incoraggiandoli. Il Cenacolo e tutti i presenti hanno ringraziato Francesco per la vicinanza e per quanto ha fatto perché una persona così grande ha saputo essere vicina ai più piccoli bisognosi di conforto.
Sono poi ripercorsi tratti della vita di suor Elvira. Era “figlia di gente povera”, come aveva sempre amato definirsi. Nasce a Sora il 21 gennaio 1937 da mamma Concetta e papà Antonio. E’ a quarta di sette figli. Nella sua gioventù la povertà è stata dura ma ha saputo essere scuola di vita. Dalla vita familiare ha imparato ad assistere e sorreggere gli altri e questo insegnamento lo ha saputo utilizzare anche dopo, quando diventata suora, soprattutto quanto ha sentito una nuova chiamata: la necessità di saper accogliere ed aiutare i giovani rifiutati dal mondo e condannati all’abisso della droga.
Monsignor Bodo ricorda la sua grandezza di "Donna povera e ferita dalla vita che ha saputo diventare buon samaritano per prendersi cura degli altri e liberare il mondo dal male. Madre Elvira ha saputo credere per chi non credeva, pregare per chi aveva dimenticato la preghiera”.
La sua fede e la sua tenacia hanno fatto il miracolo, madre Elvira che non aveva studiato, che tutti, famigliari, consorelle, superiori guardavano esterrefatti come se fosse pazza, ha saputo trasformare la vecchia villa che il comune le aveva concesso, nella fonte di salvezza e fratellanza che ha dato frutti in tutto il mondo. Da qui è nata la “ terapia della fraternità, del lavoro, della preghiera che ha compiuto miracoli” afferma monsignor Bodo “Il fuoco scaturito lo possiamo vedere e toccare è il Cenacolo che è la Chiesa che impara a farsi prossimo per i fratelli feriti e abbandonati, è la Chiesa che suda e si sporca le mani”.
Ed è un grazie generale quello che si leva dalla folla presente, la voce di chi ringrazia Elvira per essere stata un raggio di vita per i ragazzi ma anche per le famiglie, grazie per aver avuto il coraggio di fidarsi delle loro potenzialità e di aver ascoltato la voce dello Spirito Santo. Infine Padre Stefano Aragno che negli ultimi anni ha affiancato madre Elvira aiutandola a portare avanti la sua missione parla a nome di tutti «Cara madre, non basterebbe una vita intera per dirti grazie. Ma oggi siamo qui a migliaia per ripeterlo, grazie perché sarai qui per sempre”.
Nelle sue parole, in quelle del Vescovo Bodo e nella comunità intera vi è la promessa che l’opera iniziata da Madre Elvira continuerà a vivere, operare e salvare persone anche ora che la vita terrena della madre si è conclusa. “Ci impegniamo a custodire la sua testimonianza di vita e il suo modello”- ha sottolineato il vescovo - “Grazie perché hai insegnato a tutti una pagina di vangelo".
Dopo la Comunione e i canti, la bara di Madre Elvira è stata cosparsa con l'acqua benedetta e incensata da Monsignor Bodo. Al termine della cerimonia il feretro è stato riportato a braccia verso Casa Madre e tra la folla è comparso un cartello con la foto della madre e la richiesta di farla santa subito.
Domani venerdì 11 agosto, vi sarà la seconda parte della cerimonia di commemorazione: la salma sarà portata a spalle dai ragazzi alla cappella privata della Casa di Formazione della Comunità Cenacolo, in via Pagno 115 a Saluzzo, dove verrà tumulata secondo il suo desiderio.
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