traffico a saluzzo

Martedì di passione per il traffico saluzzese

Un cartello manda in tilt il centro

Martedì di passione per il traffico saluzzese
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Martedì di passione per gli automobilisti saluzzesi. È bastato un cantiere temporaneo, un cartello di divieto di accesso in via Bodoni poco prima delle 8 del mattino per mandare in tilt la città.

La pioggia non ha certo aiutato la situazione, ma è indubbio che la chiusura improvvisa di quella che, nella realtà, è l’unica via di uscita dal centro cittadino verso sud (un vero e proprio collo di bottiglia), ha bloccato il centro di Saluzzo per oltre mezz’ora.

Poco prima delle 8, in pochi minuti si è formato un lungo serpentone di auto ferme, incolonnate, che dalla rotonda di piazza Risorgimento si snodava, in una direzione, lungo via Martiri, piazza Garibaldi, piazza Cavour, corso Mazzini, via Torino e corso Piemonte.

Senza la possibilità di accedere a via Bodoni, le auto hanno fatto inversione alla rotonda di piazza Risorgimento (unica possibilità, visto che via Spielberg si può percorrere solo in ingresso) con il risultato di altri ingorghi in uscita verso via Martiri.

A risentirne è stato a questo punto corso Roma, già normalmente vicino alla saturazione in quell’ora di alto volume di traffico, vista anche la concomitanza del passaggio dei bus scolastici.

Inutile poi aggiungere che ingorghi si sono registrati di conseguenza tra corso IV Novembre e via Spielberg.

Il risultato è che per percorrere un chilometro o poco più di centro cittadino, dalla zona della caserma Musso a quella di Porta Cuneo, molti automobilisti hanno impiegato all’incirca mezz’ora.

Un episodio improvviso, probabilmente anche mal segnalato (vista l’assenza di vigili, impegnati negli ingressi delle scuole) e di cartelli, ad esclusione di quello all’ingresso di via Bodoni. Che dunque può accadere, e può essere messo in conto.

Ciò che viceversa però chiedono molti automobilisti pendolari che raggiungono Saluzzo per lavoro ogni mattina, è una visione più realistica della viabilità cittadina. Ogni mattina e tardo pomeriggio, negli orari di ingresso e uscita al lavoro o a scuola, è situazione comune assistere a ingorghi e code in ingresso e nell’attraversamento della città, tra sensi unici, rotonde e passaggi obbligatori che assomigliano a veri e propri imbuti.

Chi percorre la città in senso longitudinale, dalla valle Po verso il Cuneese, o viceversa, sa che negli orari di punta si formano code e rallentamenti tra corso Roma, via XXVII Aprile, via Circonvallazione e via Monviso.

Le alternative sono tre: percorrere almeno 5 chilometri in più (in pratica da 2 a 7) e raggiungere la (scomoda) tangenziale, che peraltro non è collegata direttamente alla valle Po.

L’alternativa è lanciarsi in una gimcana tra le aree artigianali sfruttando via della Croce, via Grande Torino, corso Einaudi, via Madonna di Campagna, corso Ancina o via Pignari. Vie che chi vive in centro forse non ha mai sentito nominare, ma che chi deve attraversare Saluzzo ogni giorno conosce bene.

La terza possibilità è di rassegnarsi e mettere in conto il tempo trascorso in auto, ed eventualmente, invece di far coda in corso Roma e via XXVII Aprile, passare lungo le vie a ridosso del centro storico, tra sensi unici e mini rotonde.

Occuparsi di viabilità a Saluzzo non è certo semplice, potendo contare, di fatto, solo di tre lati su quattro, a causa della presenza della collina. Però se è sufficiente una transenna per mandare in tilt l’intero sistema, o se la situazione di ingorgo si ripete ogni giorno, c’è qualcosa da rivedere.

Se non nell’immediato, almeno in prospettiva.

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