A Saluzzo l’orgoglio dei margari sfila in centro tra due ali di pubblico
È tornata la rudunà Doppia passerella sabato pomeriggio e domenica mattina al suono dei campanacci

Il suono dei campanacci, il muggito delle vacche, il rumore ritmato degli zoccoli sul selciato in pietra di Luserna, e poi ancora l’abbaiare dei cani e i richiami dei margari.
Una tradizione che si ripete da secoli sulle strade tra la pianura e le montagne del Monviso, e che da qualche decennio è diventata una manifestazione per ribadire il ruolo di Saluzzo quale capitale dei margari.
Un tempo le mandrie di bovina Piemontese passavano nei paesi per raggiungere i pascoli e per salire agli alpeggi. Oggi c’è ancora chi sposta le mandrie senza l’ausilio di camion, ma per i lunghi tragitti ci si affida ai trasportatori.
Ma a Saluzzo, nel “Salotto buono” della città, l’isola pedonale di corso Italia, tra portici, negozi e cattedrale, le mandrie continuano a transitare.
Sabato pomeriggio e domenica mattina si è ripetuto lo spettacolo della “Rudunà”, con oltre cento capi di Piemontese che, per una buona mezz’ora, hanno “preso possesso” dell’isola pedonale e delle vie del centro. Con loro anche una mandria di ovini, visto il ruolo sempre maggiore della pastorizia di pecore e capre nella zona.
L’altro punto focale della Rudunà è stato il Foro boario, dove le mandrie hanno pascolato e dove sabato sera si è svolta la cena margara.
Nelle due giornate, organizzate da Arema (Associazione Regionale Margari) in collaborazione con il Comune, si è tenuto anche un mercato di prodotti locali, sempre nell’area del foro Boario.
«Un evento - spiega Giampiero Bravo, assessore all’Agricoltura di Saluzzo - al quale la città è molto legata. La festa precede la salita ai monti e riprende tradizioni e rituali che sono bagaglio di cultura legata alla nostra terra».
La due giorni è stata occasione, ovviamente, di confronti e riflessioni sul momento storico dell’allevamento della Piemontese e più in generale dell’attività d’alpeggio.
Oggi la Piemontese ha ripreso mercato, ma non vanno sottovalutati i problemi del settore, che vanno dai costi sempre più insostenibili dei canoni di alpeggio alle difficoltà generali di mercato.
Questo e molto altro sulla Gazzetta in edicola e in digitale