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«Sulla Saluzzo-Savigliano occorre un tram veloce»

La nuova proposta di +europa

«Sulla Saluzzo-Savigliano occorre un tram veloce»
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Un tram per riaprire la tratta ferroviaria tra Saluzzo e Savigliano. La proposta arriva da “+Europa Granda” che rilancia il progetto presentato lo scorso novembre a Torino, in occasione del congresso regionale del movimento.

«Abbiamo scelto di ripresentare la nostra idea a Saluzzo - ha dichiarato Flavio Martino, coordinatore regionale di +Europa e portavoce provinciale nel corso della conferenza indetta martedì scorso all’Interno Due - in quanto tra i comuni più colpiti e disagiati in questi anni sul tema dei trasporti». Anche la scelta del momento non è casuale, visti i recenti interessi di Longitude e, a seguire, di Trenitalia, sulle linee dismesse Savigliano-Saluzzo-Cuneo e Ceva-Ormea.

L’idea progettuale è stata illustrata da Rudi Paesante, esperto di trasporti di +Europa e dal referente saluzzese del movimento Alberto Crosetto.

«Pensare ad un treno classico su questa linea – ha spiegato Paesante – è un’idea perdente in partenza, perché i costi da sostenere sono alti e non c’è praticità di utilizzo. Un tram veloce sarebbe un mezzo decisamente più pratico, potrebbe viaggiare fino a 80 km orari, compiere il tragitto in 16 minuti e ripartire entro 15 minuti dal suo arrivo in stazione».

Il progetto prevederebbe di trasformare l’attuale massicciata in una sorta di strada con binari, adatta al passaggio del tram, ma anche, all’occorrenza, percorribile da mezzi di soccorso o di pubblica utilità.

«Ci sarebbe addirittura lo spazio – continua Paesante – per due “rotatorie” a Savigliano e a Saluzzo per l’inversione di marcia. L’investimento iniziale sarebbe compensato in pochi anni da un servizio pratico ed efficiente».

In alternativa, suggerisce Paesante, sarebbe sostenibile l’introduzione di un treno a idrogeno, ipotizzandone però lo sfruttamento sull’intera linea Savigliano-Saluzzo-Cuneo.

«Sono mezzi di trasporto – dicono Paesante e Crosetto – che già ci sono e vengono utilizzati in diverse città in Europa. Il nodo è la volontà politica di voler investire su progetti che siano davvero innovativi e sostenibili. Guardiamo in faccia la realtà: la chiusura delle linee nel 2012 ha spinto molti giovani negli anni seguenti a scegliere città diverse da Saluzzo quale residenza per comodità lavorative. Il contrario sta avvenendo dove il treno, o un mezzo di trasporto alternativo, sta tornando. Se vogliamo dare un futuro a questo territorio dobbiamo tornare, come un tempo, a fare progetti di area, di territorio».

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