nuovo parroco a scarnafigi

A Scarnafigi l’ingresso del parroco di pianura

Abbracci e commozione: una festa per Don Marco Bruno

A Scarnafigi l’ingresso del parroco di pianura

Fraternità di Pianura, così è definito l’insieme delle comunità di Scarnafigi, Villanova Solaro, Torre San Giorgio e Ruffia, che domenica scorsa hanno salutato l’ingresso del nuovo parroco don Marco Bruno. Per l’atteso evento la chiesa di Scarnafigi era gremita, da “tutto esaurito”. L’ufficialità del momento era testimoniata dalla presenza dei sindaci dei quattro comuni, dei delegati di Roccabruna e Dronero, da cui proviene il neo pastore, di tutte le associazioni comunitarie che hanno partecipato attivamente. Gli alpini, le quattro cantorie, le Protezioni civili, i carabinieri, la Pro loco, uno stuolo di confratelli guidati dal vescovo Cristiano Bodo: tutti a far da cornice al neo parroco.

I discorsi di prammatica del vescovo, del sindaco, di Nico Testa a nome delle parrocchie di pianura, densi di contenuti e riconoscimenti, sono stati subito riportati da don Marco a una dimensione di sincera e umana fraternità. «Lasciare Dronero e Roccabruna, dove sono cresciuto e vissuto, dove lascio persone, luoghi, affetti non è facile per me, ma la Chiesa qui mi chiama e sento che questo è il momento giusto per rimettermi in cammino». Un lungo applauso. Il primo di una serie infinita.

Dopo la lettura del decreto di nomina da parte di monsignor Bodo, il ruolo di protagonista toccava a don Marco, con la celebrazione della messa. L’omelia era soprattutto una dichiarazione d’amore per il prossimo: «Voglio iniziare il mio servizio dal mettermi in ascolto, conoscere le persone e i loro bisogni, per capire come rendere viva e attuale la missione cristiana oggi. Le quattro parole chiave vorrei fossero per me: ascolto, rispetto, discernimento e disponibilità».

Non è facile esprimere a braccio concetti così delicati, se non sono parte del tuo bagaglio culturale. L’impressione generale è stata di spontaneità, sincerità, amore. Persino nei ringraziamenti si percepiva che non erano “dovuti”, ma venivano dal cuore, quale riconoscimento e gratitudine. Un momento di reciproca coinvolgente commozione naturale quando ha ringraziato mamma, papà e fratello, seduti nel primo banco.

Poi il rinfresco preparato dalla Pro loco. Con tutte le centinaia di persone presenti don Marco ha voluto interloquire, stringere mani, con il sorriso del pastore. «I giovani e le famiglie – ha sottolineato – sono il cuore pulsante delle parrocchie. Mi piacerebbe costruire con loro cammini di fede e di vita, anche cercando alleanze educative con la scuola e le realtà sociali del territorio. Credo nel dialogo e nella testimonianza: i ragazzi hanno bisogno di esempi veri, di adulti credibili e di una Chiesa capace di accogliere». Forza don Marco.

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