cerimonia a cardè

Una targa per i 35 caduti a Cardè

Cerimonia sentita in piazza Martiri per la Liberazione

Una targa per i 35 caduti a Cardè
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La Festa della Liberazione a Cardè è tornata in piazza Martiri. L’amministrazione comunale ha celebrato il 25 aprile di fronte al municipio dove, fino ad una ventina di anni fa, si trovava il monumento ai caduti, poi trasferito nel piazzale del cimitero.

Durante la cerimonia, molto partecipata dalla popolazione, è stata scoperta una targa sul muro del municipio, che riporta i nomi di 35 cardettesi morti durante la Seconda Guerra Mondiale, o deportati.

«Si tratta perlopiù di civili - ricorda l’assessore Alessandro Ponsi - che per una serie di diversi motivi non figurano sulle lapidi già presenti in paese. Grazie a una serie di ricerche storiche, al lavoro giornalistico eseguito in passato da Piero Strobino e ad una serie di testimonianze, abbiamo voluto ricordare anche loro e tramandarne la memoria con questa targa».

Nel corso della commemorazione, aderendo all'iniziativa “Sentinella della Repubblica”, è stata consegnata una pergamena a tutti i sindaci (o ai familiari, per coloro non più in vita) che hanno guidato il paese dal dopoguerra ad oggi.

Proprio dall’ex sindaco Osvaldo Campra è arrivata una testimonianza diretta sui difficili anni della Resistenza e di quelli che seguirono immediatamente il conflitto bellico. «La guerra è una tragedia, anche nella vita quotidiana - ha raccontato Campra -. Quando venni eletto sindaco feci costruire il monumento ai caduti e volli solo poche parole sopra il lungo elenco di vittime: “In memoria e ammonimento”. Ammonimento affinché ogni giorno si ricordi l’orrore di quel periodo, ma anche la fatica e i sacrifici per conquistare pace e democrazia».

L’ex sindaco Mario Civalleri ha invece sottolineato il ruolo dei “testimoni” della guerra: «Tanti ex militari, internati, partigiani - ha detto - hanno raccontato la loro guerra agli studenti di Cardè, quando ero insegnante alla primaria. Ricordo le loro parole e il loro impegno nel racconto. Molti ragazzi hanno saputo fare tesoro dei loro insegnamenti».

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