L’Unione a maggioranza bulgara “blinda” la presidenza Dovetta
La presidenza non si tocca
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Con una maggioranza quasi bulgara, tredici voti a favore e soltanto due contrari e in poco meno di mezz’ora, il consiglio dell’Unione montana Valle Varaita ha confermato, mercoledì 12 febbraio, la modifica allo statuto dell’ente che prevede che non vi siano più limiti di mandato per il presidente.
La richiesta di convocazione dell’assemblea era stata avanzata dai rappresentanti dei comuni di Pontechianale, Bellino, Rossana, Piasco, Costigliole, Verzuolo, Melle, Isasca e dalle minoranze dell’alta valle dopo la presentazione del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica avanzato dal sindaco di Brossasco, Paolo Amorisco, e dal suo vice, Patrick Ribodetti, che siede nell’Unione.
La richiesta di convocazione, protocollata dagli uffici il 6 febbraio, si concludeva con «preghiera di celere convocazione da parte del presidente», il quale, di buon grado, ha tempestivamente convocato il consiglio il giorno successivo.
Nel frattempo i vertici dell’Unione, con apposita determina, hanno affidato l’incarico di assistenza legale all’avvocato Alessandro Carlo Ricci impegnando una spesa di poco inferiore agli 8 mila euro.
«In apertura di seduta - si legge nel comunicato istituzionale - il Consiglio ha ribadito come quanto deliberato in precedenza avesse caratteri di piena legittimità, riferendosi alla contestata convocazione dell’organo consiliare dello scorso settembre, effettuata dal commissario Giovanni Fina, sindaco di Melle: un atto, è stato sottolineato, pienamente compatibile con i poteri attribuiti al suo ruolo».
Contrari alla delibera si sono espressi il delegato di Brossasco, Patrick Ribodetti, e il rappresentante delle minoranze della bassa valle, Valentino Inaudi di Verzuolo.
«La votazione - annota ancora il comunicato - è un chiaro esempio di democrazia, fatta di discussioni e di valutazioni che poi si traducono in scelte prese seguendo le indicazioni della maggioranza».
Il presidente Silvano Dovetta aggiunge una sua riflessione personale: «Avevo manifestato ai sindaci la mia disponibilità a fare un passo indietro, anzi anche due o tre passi indietro se qualcun altro avesse voluto assumere la presidenza: è stata proprio un’ampia maggioranza dei primi cittadini della valle a chiedermi di proseguire, vista l’esperienza maturata. Mi preme sottolineare che questo incarico comporta un notevole dispendio di energie che non si traduce in un tornaconto economico. Il mio compenso, come peraltro quello di tutti gli altri membri del Consiglio, è pari a zero euro».
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