Scavi della villa di costilgiole

Vasi e gioielli da Africa e Nord Europa La villa stupisce

I risultati degli ulitmi scavi. Coinvolti in 20 anni oltre 400 studenti

Vasi e gioielli da Africa e Nord Europa La villa stupisce
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In vent’anni di studi e di scavi sono stati oltre 400 gli studenti che hanno preso parte alle campagne archeologiche che il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Torino ha promosso a Costigliole. Venerdì scorso, nel salone comunale, i professori Valeria Meirano e Diego Elia, referenti scientifici del progetto, hanno illustrato i risultati dell’ultima campagna di studi sui reperti e sulle informazioni ricavate nel sito archeologica della villa rustica romana venuta alla luce nell’area alle spalle delle scuole, poco più di 25 anni fa.

«Spesso chi ci osserva al lavoro - hanno spiegato gli archeologi - non riesce a cogliere le informazioni che stiamo raccogliendo. Per noi però ogni piccolo frammento rivela un pezzo di storia, e di reperti, a Costigliole, ne abbiamo trovati e catalogati a migliaia».

Oltre 800 frammenti di vetro, più di 600 di bronzo e metallo, migliaia di cocci di argilla e terracotta fanno oggi di Costigliole uno dei siti didattici rurali di epoca romana più importanti del Nord Italia.

Quello di Costigliole non era un villaggio, ma una cascina di grandi dimensioni, che si estendeva su oltre 5 mila metri quadrati, all’intersezione di due importanti “Vie delle Gallie”: quella pedemontana che andava da Forum Vibii (Cavour) a Pedona (Borgo San Dalmazzo) e quella che saliva verso Piasco e la valle Varaita. Il sito fiorì in epoca Augustea e Imperiale, per poi essere distrutto da un incendio nel terzo secolo dopo Cristo.

«Dal alcuni anni - spiegano Meirano ed Elia - abbiamo intrapreso un approccio interdisciplinare, coinvolgendo nei lavori agronomi, botanici, chimici, fisici e geologi. La quantità di dati raccolti porta dei frutti che ora iniziano ad avere un peso anche a livello internazionale. Un reperto di Costigliole è stato scelto per la copertina del volume che raccoglie i risultati di un progetto archeologico transfrontaliero. Abbiamo parlato di Costigliole in un convegno a Chambery e sarà oggetto di un intervento al convegno internazionale sui bronzi romani in programma in autunno ad Atene».

I reperti raccontano come questo sito non era una semplice cascina rurale, ma una “domus rustica” importante, dove sono stati rinvenuti manufatti in arrivo dal Nord Europa, vasellame e gioielli di fattura egiziana o del Sud Italia, oggetti commerciati con le Gallie.

Continua Elia: «Si tratta di un sito che aveva connessioni con tutto il mondo allora conosciuto, grazie al commercio e ai viaggiatori che qui transitavano e sostavano».

Gli studi dell’ultima campagna hanno portato inoltre all’analisi e al confronto del muro ricostruito lo scorso anno con le tecniche romane con i resti di quello andato a fuoco nell’incendio del terzo secolo. Tra le scoperte più interessanti invece, lo scheletro di un cane, deceduto probabilmente a causa di un crollo, proprio nel corso del devastante incendio.

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