A restare in casa c’è da impazzire

A restare in casa c’è da impazzire
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Non è vero che a stare chiusi in casa si viene matti. Ne parlavo proprio poco fa con il mio frigorifero. Ma è un tipo freddo. Allora mi sono rivolto al forno, ma con lui non si può proferir parola perché si scalda subito.

Così ho pensato di rivolgermi all’aspirapolvere, ma se la tira troppo.

Il mio amico psichiatra Meluzzi dice che in quarantena è normale parlare con gli oggetti che ci circondano. E’ preoccupante solo quando sentiamo che ci rispondono. Così nell’attesa che ciò accada, quando non ce la faccio davvero più, vado a vedere cosa danno oggi sul balcone dove qualche concittadino canta alle 18 su comando di Barbara D’Urso.

Va tutto bene, cantiamo perché fa allegria, ma evitiamo “Uno su mille ce la fa”. Non me ne voglia Gianni Morandi!

L’altra domenica, non avendo la giornata occupata dalle video lezioni per la scuola, sono caduto nello sconforto e ho iniziato a leggere le avvertenze di tutti i prodotti che ho trovato in casa e alla fine ho trovato un sale rosa dell’Himalaya scaduto nel 2018. Fatelo anche voi e intanto mentre il tempo passa, andrà tutto bene.

Ma quando invece non mi passa proprio più, allora decido l’outfit da tenere in casa, ma passato l’entusiasmo iniziale, alla fine la scelta più realistica si limita tra il pigiama della nonna e la tuta da ginnastica. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno avremmo salvato il mondo stando a casa in vestaglia e ciabatte.

Io resisto con determinata rassegnazione e per le vacanze di quest’anno mi resta il dubbio tra Divano marittima, Cucina D’Ampezzo e Forte dei bagni.

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