«A Zucchea serve un ponte»

Dopo due mesi di lavoro, è stato riaperto il guado di Zucchea. Un tratto di strada provinciale importante che collega Cavour alla frazione di Zucchea e a Vigone.

Quello del guado, doveva essere un progetto pilota, innovativo: un passaggio simile a un ponte che, in caso di piena, poteva essere sommerso e “scavalcato” dalle acque, per poi tornare ad essere praticabile una volta terminata l’esondazione.

Invece il guado di Zucchea, pur efficace e resistente, in molte occasioni ha dimostrato i suoi limiti. Il torrente Pellice è da sempre noto per la sua furia devastante, a causa dell’improvviso innalzamento delle acque e della enorme quantità di materiale che trascina a valle.

Il risultato è che, in quindici anni di servizio, si sono rese necessarie continue manutenzioni e in alcuni casi, ricostruzioni vere e proprie. I blocchi di pietra e cemento che ne costituiscono lo “scivolo” a monte sono stati più volte divelti e trascinati a valle, i grandi tubi destinati al passaggio dell’acqua sono spesso riempiti oltre la metà da pietre, sabbia e detriti e, elemento ben più grave, il guado ha creato una sorta di barriera che ha provocato l’innalzamento del livello dell’alveo, a monte dello stesso, di oltre un paio di metri.

La Città metropolitana di Torino, dopo una serie di interventi “tampone” negli ultimi anni, aveva deciso di intervenire in maniera più efficace con ulteriori nuovi blocchi scatolati all’imbocco del guado, per favorire il passaggio dell’acqua in caso di piena. I lavori sono stati eseguiti dalla Godino Scavi.

«Crediamo che la soluzione di un ponte - sottolineano il sindaco Sergio Paschetta e l’assessore Marco Peverengo, che ha seguito l’iter dei lavori - possa essere l'unica opzione per rendere stabile il collegamento, togliere la barriera in alveo e, alla lunga, risparmiare soldi. Per questo, anche nell’ultimo incontro con Regione Piemonte e Aipo della settimana scorsa, abbiamo sostenuto la proposta».