Addio a Mecu, l’anima del calcio nell’Infernotto

Addio a Mecu, l’anima del calcio nell’Infernotto
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«Domenico non era solamente il vicepresidente dell’Infernotto Calcio, era l’anima della società». Gino Raviolo, presidente dell’Infernotto, ricorda con il groppo in gola “Mecu” Vincenti, mancato improvvisamente venerdì scorso, all’età di 68 anni: «Domenico era prima di tutto un grande amico. Una persona splendida, che dava l’anima per i suoi ragazzi. Il campo di Bagnolo era la sua seconda casa, lo curava come un giardino, ed era sempre disponibile con tutti. Ci mancherà la sua figura, e la sua presenza. Dopo la fusione ha voluto che fossi io a ricoprire il ruolo di presidente, preferendo concentrarsi sulla gestione dei campi e dei ragazzi. Quando passeggiava per Barge lo salutavano tutti, perché ha permesso a centinaia di bambini e giovani di giocare a pallone in una società sana, dove il divertimento veniva prima di ogni altra cosa».

Vincenti aveva la passione del calcio: tifoso della Juventus, ma soprattutto dei “suoi” ragazzi. Era di Barge, faceva il meccanico nell’officina dello zio, ma appena aveva un attimo di tempo scappava al campo sportivo di Bagnolo, dove aveva fondato la società Associazione Calcio Bagnolo che, di anno in anno, ha fatto crescere, offrendo l’opportunità a centinaia di bambini e giovani di correre dietro ad un pallone sul rettangolo verde.

Più che un presidente, Mecu era un secondo papà per tutti quelli che gravitavano attorno al campo di via Campiglione. Aveva sempre una parola di incoraggiamento, una battuta, un consiglio per tutti. Dopo anni alla guida del Bagnolo, come presidente, nel 2010 è stato tra gli artefici della fusione della società con il Calcio Barge, dando vita all’Infernotto.

«Venerdì mattina ci ha lasciati un uomo umile, con una grande passione per il calcio, che aveva coltivato fin da giovane seguendo il calcio dei grandi, ma soprattutto con un impegno operoso e costante a livello locale - lo ricorda Giacomo Ballari -. Gioiva nel vedere i ragazzi dei nostri paesi avvicinarsi al gioco del pallone e ogni giorno dedicava molto del suo tempo a curare gli impianti. I campi sportivi, specie quelli di via Campiglione a Bagnolo, erano per Mecu una seconda casa: curava meticolosamente i tappeti erbosi e verificava che fosse sempre tutto in ordine per accogliere i ragazzi agli allenamenti e alle partite. Aveva sempre un sorriso per tutti anche se, come un buon padre di famiglia, sapeva impartire regole e farsi voler bene da tutti».

È deceduto per un malore improvviso, a casa sua. Non si sentiva bene da qualche giorno, si stava sottoponendo a qualche esame. Venerdì ha chiamato l’ambulanza, ma è mancato poco dopo.

Lascia una sorella, Raffaella e i nipoti Roberta, Vincenzo e Ryan.

Il funerale si è tenuto lunedì nella parrocchia di Barge, presenti sul sagrato della chiesa i suoi ragazzi, uno per classe di età, tutti in divisa dell’Infernotto, per dirgli semplicemente: «Grazie di tutto».

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