Addio a Pansa giornalista controcorrente

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Giornalista e scrittore di best seller, Giampaolo Pansa è morto a Roma all'età di 84 anni. Piemontese orgoglioso di esserlo (nativo di Casale Monferrato), ha raccontato con acume la società e la politica italiana, mettendo alla berlina i vizi della classe dirigente e soprattutto proponendo un punto di vista controcorrente in grado di stimolare il dibattito e la riflessione.

Firma dei più importanti quotidiani italiani (dopo l’esordio alla Stampa nel ‘61 ha lavorato al Giorno, Corsera, Messaggero, Repubblica, l’Espresso, Panorama), ha mantenuto sempre l’autonomia di giudizio, si trattasse di raccontare le efferatezze delle Brigate Rosse, lo scandalo Lockeed o Tangentopoli, senza cedere alle mode del momento.

Vulcanico e passionale, Pansa ha poi riversato il suo talento narrativo in libri che hanno fatto epoca. Laureatosi a Torino con una tesi sulla Resistenza, ha dedicato le prime opere al racconto delle vicende partigiane (anche a quelle di casa nostra, partecipando al libro voluto dall’avvocato Vineis nel 1964). Dopo una serie di best seller sul malcostume del Belpaese, è poi tornato a scrivere di Resistenza, ma vista dall’altra parte, con le pagine aspre delle vendette maturate nel clima della guerra civile (“Il sangue dei vinti” è stato il primo di una serie di libri che gli hanno valso l’accusa di revisionista). Lui rispondeva: «Racconto i fatti».

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