Adesione alla protesta del comitato cuneese per chiedere la riapertura delle scuole «Diciamo no alla didattica a distanza» La protesta dei genitori di Busca e valle

Adesione alla protesta del comitato cuneese per chiedere la riapertura delle scuole «Diciamo no alla didattica a distanza» La protesta dei genitori di Busca e valle
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Mani rinchiuse dentro una gabbia: è questo il simbolo che il comitato Scuole aperte Cuneo ha scelto per la campagna contro la chiusura degli istituti della Granda, attivando attraverso i social un movimento di protesta contro la didattica a distanza. In quest’alveo, nelle stesse ore in cui i positivi positivi del Buschese toccavano quota 30, una quindicina di genitori si davano appuntamento fuori dai cancelli dell’istituto comprensivo Carducci per manifestare contro la Dad. Nel rispetto delle distanze e con qualche bimbo al seguito, mamme e papà hanno manifestato il loro disappunto attraverso cartelli e scritte eloquenti. La scuola è un luogo sicuro, gli studenti rispettano rigorosamente le regole: per questo il Comitato non ritiene necessaria la chiusura.

Inoltre, dicono mamme e papà, «i ragazzi hanno bisogno di mantenere viva la socializzazione e le famiglie non devono pagare per gli errori commessi da chi governa».

IN VALLE MAIRA

«Noi le regole le abbiamo rispettate: lasciateci la scuola»: è questo il messaggio che arriva dai bambini di Roccabruna, che si sono presentati davanti alla scuola primaria accompagnati dai genitori. Zaini in spalla e cartelloni appesi fuori dall'istituto, con scritte da cui traspare l’indignazione delle famiglie. Cartelloni di protesta sono stati appesi anche davanti alle scuole primaria di Villar San Costanzo e Pratavecchia. A Dronero il flashmob è stato organizzato in piazza Marconi nel pomeriggio. In zona, oltre a Cuneo, anche a Caraglio si registrano analoghe proteste.

IL SINDACO DI BUSCA ALL’ASL: «SIAMO PRONTI»

Presente all'iniziativa buschese, a sostegno di genitori ed insegnanti, anche il sindaco, Marco Gallo: «Per la chiusura fino al 20 marzo evidentemente sono stati presi in considerazione i numeri di altri comuni della provincia di Cuneo che destano preoccupazione. Mi rendo conto che tutto ciò crei ancora disagio ai bambini, ai giovani e alle loro famiglie. Per evitare ulteriori sofferenze occorre ancora un ultimo, grande sforzo collettivo».

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