Agricoltori e opposizione bocciano i vincoli ai Fontanili delle Paschere
«Le modifiche al regolamento di Polizia rurale, assieme alla delibera di giunta per la promozione dei fontanili della zona Paschere, generano vincoli e problematiche che rischiano di compromettere il settore agricolo. Chiediamo un incontro urgente con la giunta e l’annullamento di tali provvedimenti». A chiederlo sono i consiglieri del gruppo dell’opposizione consigliare “Insieme per Cavour”.
«Ho raccolto le voci di diversi agricoltori spiega il capogruppo Giovanni Genovesio – preoccupati da questa delibera, che rischia di compromettere ampie porzioni di terreni agricoli».
Il riferimento è alla delibera approvata dalla giunta comunale il 13 maggio scorso, che individua nell’area di campagna al confine con il Comune di Barge, nei pressi della frazione di Sant’Agostino, i “Fontanili Paschere”, una zona umida da sottoporre a salvaguardia e tutela ambientale. Iniziativa lodevole, ma generatrice di troppi vincoli agricoli, soprattutto in virtù delle ultime modifiche proposte in commissione agricoltura dalla maggioranza.
«Decine di giornate piemontesi proprietà degli agricoltori e oggi coltivate - spiega Donatella Scalerandi, del gruppo Insieme per Cavour - rischiano di diventare improduttive, perché nel regolamento viene imposta una distanza di vincolo di dieci metri dai cigli e dalle sponde di tutti i corsi d’acqua. Non è consentita l’aratura, l’abbruciamento, il taglio delle erbe, nemmeno quelle infestanti. Lo stesso dicasi per i trattamenti fitosanitari, vietati per la salvaguardia delle erbe spontanee».
I consiglieri del gruppo di opposizione chiedono pertanto il ritiro del piano di polizia rurale. «Qui si pensa di usurpare il terreno ai privati - afferma Genovesio –, senza alcun tipo di risarcimento, per avere un area dove far transitare sentieri. Siamo d’accordo sulla salvaguardia dell’ambiente, ma non va fatta sulla pelle degli agricoltori. Già qualche anno fa alcuni membri di questo gruppo consiliare proposero una modifica al regolamento rurale che di fatto avrebbe creato una serie di vincoli così stringenti da impedire agli imprenditori agricoli la corretta coltivazione in molte aree. Modifica che fu bocciata dalla nostra maggioranza di allora. Oggi ci riprovano».