Allevatori primi garanti del buon cibo
Con la presenza di una significativa rappresentanza del mondo allevatoriale, nel pieno rispetto delle norme sanitarie (gel igienizzanti, mascherine, distanziamento, controllo della temperatura), al Miac di Cuneo si è tenuta mercoledì mattina 30 settembre l'assemblea generale dei soci Arap.
Notata e apprezzata l'età media della platea, con la componente giovanile in costante ascesa, il presidente Roberto Chialva e il direttore Tiziano Valperga hanno portato all'approvazione il bilancio 2019, che vede il conto economico chiudere con un consuntivo di 13 milioni 625 mila euro di proventi e un piccolo attivo di 46 mila euro.
Un risultato importante - sottolineato dal voto favorevole all'unanimità - che giunge dopo gli anni della complessa ristrutturazione che ha visto la fusione per incorporazione delle Associazioni provinciali piemontesi, l'allargamento delle attività alla Liguria e il decollo del laboratorio unificato a Cuneo, oggi un punto di riferimento al servizio delle filiere della carne e del latte.
Davanti al presidente Aia Roberto Nocentini, ai rappresentanti delle istituzioni e delle principali realtà del mondo agricolo, il presidente Chialva ha voluto ringraziare tutti i settori e il personale. «La grande famiglia dell'Arap ha saputo rispondere all'emergenza Covid in maniera responsabile, garantendo la continuità dei servizi necessari all'articolato comparto zootecnico che, ancora una volta ha dimostrato il suo valore e la sua efficienza facendosi carico anche della considerevole diminuzione dei prezzi del latte e della carne alla stalla conseguente al lockdown».
Chialva nel suo intervento ha voluto ricordare le tre giovani figure del sistema Arap venute a mancare nel 2019: Romina Barale impiegata Compral, Gian Luigi Otella tecnico di campagna di Monasterolo di Savigliano ed Enrico Zappino tecnico di campagna di Torino. Chialva ha inoltre ribadito la vicinanza a due famiglie di allevatori associati, i Martini e i Gennero, che hanno perso i loro figli nei tragici incidenti di Castelmagno e Cavallermaggiore.
I dati del bilancio sono stati illustrati dal direttore Valperga. «Oggi Arap è la terza associazione in Italia come numero di capi controllati, con 6400 soci allevatori di tutte le specie e le razze dei quali 6050 vengono sottoposti a controlli funzionali che coinvolgono oltre 338.000 capi di bestiame. La Frisona (903 allevamenti per oltre 110 mila capi controllati) guida il comparto bovini da latte, dove si segnala un incremento della Pezzata Rossa ma anche delle razze a limitata diffusione come la Pezzata Rossa d'Oropa e la Barà-Pustertaler fondamentali per la tutela della biodiversità. Tra i bovini da carne la Piemontese porta la sua consistenza complessiva ad oltre 282 mila capi con 142.000 fattrici controllate. Questi numeri confermano la Piemontese al primo posto a livello italiano come consistenza di capi tra le razze bovine autoctone ed al secondo a livello assoluto dopo la Frisona. Anche il comparto ovicaprino ha un ruolo di primo piano, ed è seguito da Arap con attenzione particolare a livello di tutte le razze dalle più produttive a quelle a limitata diffusione presenti sul territorio piemontese e ligure».
L'attività del laboratorio, perno del sistema, è stata ripercorsa dal responsabile Daniele Giaccone: «Nel corso del 2019 sono stati analizzati oltre un milione di campioni di latte per singola vacca e sono state effettuate decine di migliaia di analisi per tutti i comparti zootecnici e per le filiere collegate. Oltre un milione di dati analitici sono stati garantiti nell’ambito del “progetto Leo"».
Sul Progetto Leo si è soffermato il presidente nazionale Nocentini, che ha espresso un plauso all'Arap, definita "associazione modello" per la zootecnia italiana. «Con Leo sta nascendo una banca dati unica al mondo, capace di monitorare e valorizzare tutto il comparto zootecnico italiano in termini di garanzia del benessere animale, di salvaguardia della biodiversità e di sostenibilità degli allevamenti. Dati inoppugnabili - ha osservato Nocentini - che consentono di smontare le accuse infondate e le fake news circa il maltrattamento animale e l'inquinamento degli allevamenti. Al contrario, gli allevatori sono i primi custodi del territorio e assicurano ogni giorno la qualità e la sicurezza alimentare, la tutela dell'ambiente ed il presidio del territorio».