Amorisco: di Covid si muore ma anche di sperequazione

Amorisco: di Covid si muore ma anche di sperequazione
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In piena emergenza coronavirus, mentre una gran parte di Comuni Italiani ha ricevuto dallo Stato un acconto del 66% del fondo di solidarietà comunale anticipato ai primi di aprile, per assicurare liquidità necessaria a fronteggiare l’emergenza, 16 Comuni in provincia di Cuneo, e fra questi Sampeyre, non hanno ricevuto alcun acconto sul fondo di solidarietà comunale. Fondo che recentemente è stato ridefinito, sulla base di una vera e propria “selva” di leggi e leggine (oltre una trentina), con decreto del 23 febbraio.

«La motivazione della mancata corresponsione dell’acconto - spiega il sindaco di Sampeyre Domenico Amorisco - va ricercata nel fatto che questi Comuni, considerati turistici, risultano addirittura in debito con lo Stato proprio perché sono costretti a finanziare il fondo di solidarietà comunale per una quota quasi del 50% dei proventi che incassano dall’Imu sugli alloggi delle “seconde case”. L’ingiustizia sta nel fatto che, anziché avere dal fondo come per la maggior parte dei Comuni Italiani, si è obbligati invece a dare per il finanziamento del fondo che poi va ad altri».

In provincia di Cuneo, il Comune di Sampeyre si vede sottratti al gettito Imu delle “seconde case” ben 458.538,97 euro, Argentera 68.683,93, Bagnolo Piemonte 140.896,64, Caraglio 15.749,90, Casteldelfino 1.421,40, Cavallermaggiore 26.133,13, Ceva 84.886,93, Crissolo 28.769,32, Entracque 65.007,52, Limone Piemonte 2.901.460,33, Montaldo di Mondovì 167.874,75, Pontechianale 49.829,55, Roburent 515.787,45, Saluzzo 39.198,79, Valdieri 34.278,61 e Vernante 34.920,75.

«La beffa però, non si ferma qui - continua Amorisco -, alla penalizzazione che questi Comuni hanno subìto non potendo beneficiare dell’acconto sul fondo di solidarietà come se per loro l’emergenza coronavirus non ci fosse, si aggiunge un’ulteriore aggravante. Perché nel decreto del governo viene confermata all’Agenzia delle Entrate la riscossione delle trattenute sugli incassi dell’Imu alle scadenze del 16 giugno e del 16 dicembre, incasso che molto difficilmente potrà essere realizzato puntualmente da una utenza decimata dalle vittime del coronavirus o dai parenti che piangono le vittime dei famigliari».

La reazione è stata immediata. Amorisco ha scritto al Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e ai 22 ministri del governo per chiedere il riesame del provvedimento. Questa la polemica argomentazione: «E’ necessario modificare i criteri, a mio avviso, “scriteriati” ed ingiusti del riparto del Fondo di solidarietà comunale perché la solidarietà lo Stato deve garantirla a proprie spese e non a quelle dei piccoli Comuni cosiddetti turistici con l’espropriazione delle risorse prodotte sui propri territori (l’Imu delle seconde case) che, invece, devono essere utilizzate a esclusivo beneficio degli stessi territori di produzione».

Nella sua richiesta di riesame, per la quale ha chiesto il sostegno anche ai sindaci dei 16 Comuni penalizzati, Amorisco conclude: «In emergenza coronavirus ci siamo tutti, dalle grandi città ai piccoli Comuni. Versateci, allora, l’acconto come per gli altri Comuni Italiani, parametrato, quest’ultimo, sugli incassi Imu delle seconde case-quota di spettanza riscossa nel 2019 e, allo stesso tempo, e azzerate le scadenze del 16 giugno e del 16 dicembre delle trattenute Imu da parte della Agenzia delle Entrate. Di Covid-19 si può anche morire, ma con tale sperequazione, è morte sicura».

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