Annibale tornerà alle Traversette
Verso la fine di settembre del 218 a.C., l'esercito cartaginese guidato da Annibale arrivò in Italia passando per il Col de Traversette, un passo a 3000 metri di quota nei pressi del Monviso. La scoperta è avvenuta grazie a un'antica traccia di sterco di cavallo sepolta a un metro di profondità e smentisce il racconto di Tito Livio - che circa due secoli dopo l'evento scrisse che la discesa cartaginese in Italia avvenne dal Col du Clapier, un passo situato più a nord, alla quota di 2400 metri, e molto più agevole da attraversare - mettendo fine a un mistero durato più di 2000 anni sull'itinerario del condottiero.
Annibale scelse invece un passaggio più impervio probabilmente per sfuggire alle imboscate delle popolazioni galliche che abitavano in quelle regioni e successivamente, giunto nell'Italia centrale, sconfiggere Roma in quattro battaglie: sui fiumi Ticino (218 a.C.) e Trebbia (218 a.C.), quindi sul Trasimeno (217 a.C.) e infine a Canne, nelle Puglie (217 a.C.).
Gli esperti hanno utilizzato una combinazione di analisi di chimica ambientale e di genetica microbiologica per documentare la presenza lungo un impervio itinerario alpino di antichi resti di sterco, soprattutto di cavallo (proprio in corrispondenza di quel passo alpino e in quantità tali da essere compatibili con il passaggio dell'esercito di Annibale), ascrivibili al passaggio dell'armata cartaginese, che contava 37 elefanti e circa 15 mila tra cavalli e muli.
La datazione al radiocarbonio fa risalire i reperti a circa 2238 anni fa, cioè proprio al 218 a.C., anno in cui iniziò la seconda guerra punica. Un'ulteriore conferma che si tratti effettivamente dei resti dell'armata di Annibale viene dall'analisi microbiologica: il 70 per cento circa dei microbi presenti nello sterco sono infatti del genere “Clostridium”, che è molto stabile nel suolo e può sopravvivere per migliaia di anni.
Nessuna prova archeologica prima era venuta in aiuto degli storici. Circa mezzo secolo fa, tuttavia, il biologo Gavin de Beer ipotizzò che Annibale avesse utilizzato il passo del Col de Traversette, ma l'idea non incontrò il favore della comunità accademica.
Trascorsi, come detto, oltre 2200 anni, l’Associazione “Praefectura Fabrum”, si propone di organizzare e gestire una manifestazione rievocante la discesa di Annibale in Italia mediante ingaggio di gruppi storici, ricostruzione ed allestimento di campi storici e di didattiche interattive con il pubblico che dovrebbe trovare attuazione in questo 2020.
Lo si apprende da un delibera di giunta con la quale il Comune, pur ammettendo che «la storia non ha ancora individuato, esattamente, quale sia stato il valico alpino utilizzato dal condottiero cartaginese per raggiungere la pianura padana e sono numerose le ipotesi e le ricostruzioni storiche, nessuna supportata da evidenze scientifiche», ha espresso un «apposito atto di indirizzo al competente responsabile dei Servizi interessati per l’affidamento della manifestazione, nonché per l’assunzione dell’idoneo impegno di spesa».
Che vuol dire essere di tangibile supporto all’organizzazione, preso atto che «il sostegno allo sviluppo turistico è elemento strategico nel processo di diversificazione e di rilancio dell’economia di Crissolo nonché concorre al perseguimento delle linee programmatiche dell’amministrazione comunale», riconfermato che «è intenzione della stessa amministrazione agire per il miglioramento della funzione turistica poiché fondamentale nella rivitalizzazione ed il miglioramento qualitativo del territorio».
Un paese che ha fatto del muoversi con la rapidità del pachiderma una sorta di stile di vita, soprattutto in materia di impianti di risalita, oggi scopre che quegli stessi elefanti potrebbero finire per diventare una fonte di reddito turistica. Aspettiamo fiduciosi.