Avagnina, un protagonista nella Saluzzo del dopoguerra

Con il dottor Renato Avagnina, mancato all’età di 92 anni, se ne va uno degli ultimi protagonisti della storia cittadina del dopoguerra.

Medico radiologo, presidente diocesano dell’Azione Cattolica dopo la liberazione, segretario cittadino della Democrazia Cristiana negli anni ‘50, consigliere comunale per vari mandati, impegnato nell’associazionismo cattolico, in particolare nella San Vincenzo, Avagnina faceva parte di quella generazione cresciuta e formatasi all’indomani della guerra negli oratori e in parrocchia.

Raccontava con orgoglio di aver preso parte all’oceanico raduno romano dei “baschi verdi” in piazza San Pietro alla vigilia delle elezioni politiche del 1948.

L’impegno sociale e politico gli derivava dalla tradizione familiare essendo stato il papà, Carlo, uno dei promotori del Partito Popolare di don Sturzo all’indomani della Grande Guerra.

Per vari anni era stato primario del reparto di Radiologia all’ospedale Civile di Saluzzo. Era stato anche grazie al suo interessamento se l’ospedale, a partire dalla metà degli anni ’70, aveva potuto disporre e successivamente potenziare uno dei primi strumenti di radioterapia attivi in provincia di Cuneo.

Condivideva l’impegno politico con la moglie, Ida Cirla, prima donna assessore ai Servizi Sociale (negli anni ’80) nella giunta guidata dal sindaco Franco Lovera.

Socio del Rotary per oltre 40 anni, ha anche fatto parte del consiglio di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo.

In ambito diocesano, è stato vicepresidente dell’istituto diocesano per il sostentamento del clero, incarico che gli era valso qualche tempo fa

un’onorificenza conferitagli dalla Santa Sede.

Lascia la moglie Ida Cirla, i figli Alessandra (biologa a Torino), Chiara (architetto) e Andrea (veterinario, ex presidente del Soccorso radio e del gruppo comunale di Protezione civile) con le rispettive famiglie, oltre al fratello don Alessandro, sacerdote salesiano.

I funerali si sono svolti lunedì mattina in cattedrale.

La salma, al termine del rito funebre, è stata tumulata nella tomba di famiglia nel cimitero cittadino.