Bar e ristoranti di nuovo chiusi, la protesta dilaga da bagnolo a Barge Gabriella e Maria Rosa: «Non ne possiamo più»

Bar e ristoranti di nuovo chiusi, la protesta dilaga da bagnolo a Barge Gabriella e Maria Rosa: «Non ne possiamo più»
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Il ritorno del Piemonte in zona arancione ha ampliato ulteriormente il malcontento geneale dei gestori, in particolar modo nel settore della ristorazione e dei bar che, per l’ennesima volta, sono costretti a rinunciare ai propri clienti all’interno dei locali e a proseguire con l’asporto.

Spiega Gabriella Marando, titolare del “Bar Persico” di Bagnolo: «In nome dei commercianti e della categoria che ci rappresenta come bar e ristoranti, sono molto amareggiata da questa situazione. È quasi un anno che siamo in ginocchio e in uno stato lavorativo indescrivibile. Gli aiuti percepiti sono serviti solamente a tamponare alcune spese. Le zone gialle, arancioni e rosse creano, oltre a disguidi per tutti, anche un enorme disagio per noi operatori. Non sappiamo più come comportaci, cosa e quanto approvvigionare perché non conosciamo il quantitativo di prodotti che verranno consumati né il numero dei clienti che si presenteranno».

Per le attività con dipendenti la situazione è ancora più tragica.

In un paese come Bagnolo, di neanche 6 mila abitanti, le “zone colorate” appaiono veramente inutili sia per il pericolo di contagi che per tutto il resto.

«Alzarsi al mattino - osserva Gabriella - e provare comunque a lavorare è davvero angosciante».

Anche Maria Rosa del bar “Silver Pin” di Bagnolo è furibonda: «Le attività di periferia come la mia sono ancora più svantaggiate, perché a causa di tutte queste restrizioni viene fortemente limitato il passaggio di clienti. Nonostante l’impegno a rimanere aperti, abbiamo lavorato veramente poco e il guadagno è stato quasi nullo. Spesso gli alimenti devono essere buttati poiché deteriorati. Questa situazione incattivisce l’uno contro l’altro, il clima è pessimo e non vede una luce».

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