Barberis: solo una provocazione

Barberis: solo una provocazione
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L’argomento relativo al castello di Cardè torna ancora una volta prepotentemente alla ribalta in consiglio comunale. Se da un lato viene sottolineato l’ottimo successo riscontrato con l’iniziativa di Octavia “Restitussion”, che ha avuto come momento culmine l’applaudito concerto di Antonella Ruggiero nel cortile del complesso, dall’altro riaccende i dubbi della minoranza su un’operazione, quella di comodato d’uso dell’ala nord al Comune per cinquant’anni, in seguito all’accordo sottoscritto con la famiglia Ramello, proprietaria del castello.

A farsi portavoce delle perplessità è la capogruppo dell’opposizione Carla Barberis: «Alla luce di quanto emerso nell’ultimo Consiglio desidero precisare che la minoranza ha votato compatta contro l’inserimento a bilancio di 106 mila euro di cofinanziamento per la ristrutturazione del castello e 39 mila solo per i progetti. A questi soldi nostri dovrebbero aggiungersi più di trecentomila del bando Unesco per la valorizzazione del territorio piemontese e tanti finanziamenti più piccoli ottenuti da fondazioni bancarie e ditte private che contribuirebbero con cifre di qualche migliaio di euro».

Barberis precisa però che l’ipotesi di acquistare il castello, espressa durante l’ultima seduta di Consiglio, altro non era che una provocazione: «Quando ho letto su alcuni organi di informazione “Perchè non lo acquistiamo?”, mi sono risentita perché questo non è assolutamente il messaggio che volevo far passare. La mia era una provocazione per sottolineare che si ristruttura qualcosa quando si è proprietari di “quel qualcosa”. Inoltre volevo sottolineare che il valore commerciale tutto sommato non è così alto (centomila euro nel contratto di comodato) perché è noto che questi edifici storici sono difficili da vendere pur avendo un valore artistico magari notevole».

La capogruppo ha portato l’esempio di altri beni artistici sul territorio: «Neppure Staffarda riesce a decollare dal punto di vista turistico avendo obiettivamente un potenziale notevolissimo. Dal mio punto di vista il cicloturismo lungo il Po sarebbe in grado di portare un maggior numero di persone a transitare su Cardè e offrirebbe un’opportunità in più anche ai cardettesi. Ma la zona tra Cascinasse e Budre è impraticabile pur essendo indicata sul sito del Comune come una parte dell’anello ciclabile sul Po e intorno a Cardè».

Per Barberis e per il gruppo di minoranza occorrerebbe dunque volgere gli sforzi verso altre direzioni: «Impegnare ore di lavoro dei dipendenti comunali per questo progetto non prioritario - sottolinea - toglie tempo alla soluzione di problemi urgenti come il contenimento de rischio idrogeologico. Se i consiglieri e gli assessori vanno di persona a casa della gente a portare comunicazioni o tasse da pagare vanno ringraziati ma questo vuol dire che il personale comunale non è nemmeno sufficiente per l’ordinario. Scorrendo le fatture liquidate dal Comune è evidente che molti lavori che anni fa erano svolti dal messo comunale, dal cantoniere e dalla cuoca, oggi ci costano fior di quattrini perché siamo costretti ad appaltarli all’esterno. Chi pagherà, inoltre, riscaldamento, illuminazione, personale, assicurazioni per mandare avanti il castello? Questi interventi non si esauriscono quando la ristrutturazione è conclusa ma comportano oneri costanti nel tempo. Pur comprendendo che si tratti di un significativo valore artistico, riteniamo che non ci si possa buttare a spendere così tanti soldi in un intervento che non porterebbe un adeguato e sicuro controvalore».

Aggiunge Barberis: «Urgenza reale e improrogabile è la realizzazione di opere per il contenimento del rischio idrogeologico, lì si deve destinare la maggior parte di risorse professionali ed economiche da parte dell’amministrazione e degli uffici comunali. Da troppo tempo i cardettesi aspettano che i progetti diventino realtà».

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