Beffa per lo sci: se ne riparla il 15 febbraio

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Ennesima delusione - se non una mazzata vera e propria - per le stazioni sciistiche dopo la decisione del governo, assunta con l’ ultimo decreto del 16 gennaio, di un ulteriore rinvio dell’apertura degli impianti di risalita.

La riapertura, indicata per ora solo come possibile, slitta al 15 febbraio, compromettendo di fatto una stagione che quest’anno, grazie all’eccezionale innevamento, avrebbe consentito alle valli cuneesi, alcune già fortemente provate dall’alluvione del 4 ottobre, una boccata d’ossigeno.

In valle Varaita, a Sampeyre e Pontechianale, e in valle Po, a Crissolo e Pian Munè, era tutto pronto, ma il nuovo stop fino alla metà del prossimo mese non consente la messa in funzione di seggiovie e skilift.

La decisione di prorogare la chiusura gli impianti avrà gravi ripercussioni per l'intero comparto che incassa un altro duro colpo. Le regioni alpine hanno avanzato una proposta di ristori che sarà oggetto di discussione nella Conferenza delle Regioni, convocata per giovedì 21 gennaio.

Ma anche se si arrivasse ad una definizione dei ristori, sarebbe ben poca cosa rispetto a un comparto che già si è visto privato del periodo delle vacanze natalizie e che ora perde anche quelle di Carnevale.

Inoltre, il divieto di spostamento non consente nemmeno la possibilità delle altre pratiche sportive invernali, quali lo sci di fondo o l’escursione con le racchette da neve.

Tutti sospesi senza poter programmare l'avvio delle attività, la riapertura di hotel, rifugi, ristoranti e la ripartenza di noleggiatori di attrezzature per gli sport alpini e l’attività dei maestri di sci.

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