Burgo, genio e benefattore

Burgo, genio e benefattore
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Il 31 marzo del 1876 nasceva a Moneglia, paesino ligure in provincia di Genova, Luigi Burgo, la cui vita e il cui nome sono indissolubilmente legati a Verzuolo e al Saluzzese. Aldo Alessandro Mola e Miche Berra, nel loro libro “Un imprenditore europeo, una terra di confine”, sostengono che la sua vicenda biografica resta esemplare per comprendere alcuni degli aspetti centrali della storia dello sviluppo del nostro Paese.

Formatosi nelle più severe e avanzate Università e Scuole d’ingegneria elettrotecnica (in Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Germania), poi capitano d’industria, l’ingegner Burgo, oltre a essere stato un esponente di spicco della borghesia imprenditoriale piemontese dell’epoca, ricoprì importanti cariche pubbliche, fino a diventare senatore del Regno d’Italia.

Burgo aveva inizialmente avviato, in Liguria con un altro socio, una società elettrica. Ampliati i suoi interessi alla provincia Granda, contribuì alla realizzazione di una piccola centrale elettrica a Verzuolo, presso il “mulin cit”. Dal 1902, la cittadina verzuolese poté dunque dotarsi di un impianto di illuminazione elettrica.

Tale opera, iniziata dal Burgo, ebbe un impatto rivoluzionario non solo su Verzuolo, ma su tutta la provincia e, in particolare, sulle vallate del Saluzzese. Infatti, ben presto l’ingegnere pensò a come sfruttare il potenziale idroelettrico derivante dalla presenza e dalla notevole portata dei numerosi corsi d’acqua delle zone montane, in particolare della val Po (centrale di Calcinere).

Intanto, il 21 giugno 1905, veniva fondata, sempre a Verzuolo, la “Cartiera Ing. Burgo & C.”. L’intraprendente ingegnere iniziava così un nuovo percorso, che dall’energia elettrica lo portava ad occuparsi del settore cartario, allora in forte espansione. Aveva scelto Verzuolo, oltre che per la ricchezza d’acqua, anche per la vicinanza a Torino, sede di due dei più importanti quotidiani piemontesi dell’epoca, “La Stampa e la Gazzetta del Popolo”, che divennero infatti i principali clienti della nuova cartiera.

Nell’agosto del 1906 vedevano la luce a Verzuolo i primi prodotti cartari. Tra il 1906 e il 1909 crebbe anche il numero dei dipendenti dell’azienda, fu installata una seconda macchina e realizzata una grande centrale idroelettrica a Venasca.

Verso gli anni 1943-1944, l’ingegnere genovese era diventato il proprietario di un vero e proprio “impero della carta”, da lui edificato in meno di cinquant’anni, che includeva fabbriche con sedi in diversi Stati europei.

L’operosità di Burgo e dei suoi principali collaboratori trasformarono in profondità il territorio, e i risultati della sua azione ebbero un impatto profondo anche sul mondo sociale dell’epoca, tramite la realizzazione di scuole, asili e varie opere, tra cui lo stadio di Saluzzo in memoria del figlio Willy prematuramente scomparso.

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