Calderoni: «Non aprirò il dormitorio Intervengano la Regione e il Governo» Zzzzz zzzzzz
Giorno dopo giorno si aggrava la situazione dell’accoglienza degli stagionali africani, accampati da oltre due settimane sotto le alberate del parco di villa Aliberti. Le presenza continuano a crescere e sono circa 120 i migranti che, di fatto, dimorano nel parco.
Una situazione insostenibile, soprattutto se calata nel contesto sociale dell’emergenza sanitaria in corso. Il Pas, ha ribadito mercoledì il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni, in una giunta convocata provocatoriamente nel parco, non aprirà.
«Quest’anno - ha detto il sindaco Calderoni - il parco di Villa Aliberti assume una connotazione simbolica. Qui si radunano migranti africani in cerca di lavoro che vivono in condizioni irrispettose della dignità umana e inadeguate ad un paese civile. La situazione va risolta, Saluzzo è esausta, ci sentiamo abbandonati e sono disposto a spingermi fino in fondo affinché le istituzioni competenti, la Regione e lo Stato, diano indicazioni e supporto, operativo ed economico per porre fine a questa situazione. Ma per uscire da questa logica emergenziale è urgente e necessaria una revisione delle norme che regolano il lavoro stagionale».
Calderoni ha dichiarato che il Pas, il dormitorio comunale alla Filippi, non verrà aperto: «Non ci sono le condizioni - ha ribadito -, c’è un’emergenza sanitaria, una pandemia, e non sono io a poter o dover decidere l’apertura del dormitorio. Saluzzo è una città di persone accoglienti, e da anni fa “volontariato” per rispondere all’emergenza. Ma quest’anno non potrà essere così. Non spetta a noi: apprezziamo il monitoraggio del questore di Cuneo - continua Calderoni -, la nomina del dottor Guerra a commissario regionale per gli aspetti sanitari, il tentativo del prefetto di formalizzare un protocollo generale. Ma non è sufficiente. Basta voltarsi e osservare questi cento stagionali africani che cercano rifugio nel parco. Ecco, da Saluzzo oggi parte un segnale forte di richiesta di cambiamento della normativa di settore. Solo così si può risolvere il problema. Governo e Regione smettano di far finta di non vedere quanto le regole attuali siano inadeguate alla realtà».