Capellino, patron del ciclismo
Dava del “tu” a tutti i campioni del ciclismo di ieri e di oggi. Grazie a lui sono arrivate a Barge e al Montoso competizioni sportive di caratura internazionale e non c’era gara di bici in cui i partecipanti non fossero anche amici suoi.
Francesco Capellino era molto più che un simbolo per il ciclismo. Una personalità scoppiettante, aveva una battuta pronta in ogni occasione e i suoi racconti sul dietro le quinte del ciclismo mondiale si sprecavano.
Capellino avrebbe compiuto 85 anni a fine aprile ed è stato sconfitto dal Covid lunedì scorso, dopo aver lottato per diversi giorni.
Originario di Cardè, aveva ereditato il mestiere del padre, Tommaso, che nella bottega artigiana produceva, fin dal 1920, botti, serramenti e arredi su misura. E’ stato fondatore della Doc Legno di Barge, azienda di successo di via Cardè, insieme al fratello Giovanni, ora portata avanti dai figli Cristina e Gualtiero.
Franco (come lo chiamavano tutti) è ricordato soprattutto per la sua vocazione sportiva. Amava appassionatamente il ciclismo (era un grande supporter di Claudio Chiappucci), ma non mancava di dedicarsi al calcio e alle bocce. Grazie a Capellino il Giro delle Valli Cuneesi è passato per l’Infernotto in più occasioni, così come il Giro d’Italia, salito al Montoso il 23 maggio del 2019 proprio grazie al suo lavoro e alle sue conoscenze.
Ha ricoperto per diversi anni la carica di presidente dell’Associazione Ponte Grana e della bocciofila di Barge. Per i suoi meriti è stato insignito del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica italiana.
«Un grande imprenditore - lo ricorda il sindaco Piera Comba - che aveva reso Barge méta di eventi eccezionali legati a al ciclismo. Amico di tutti i campioni delle due ruote, era sempre sorridente e disponibile. Lascia un grande vuoto».
I funerali sono in programma mercoledì, 24 marzo, alle 15 nella chiesa parrocchiale di Barge.