Catena di terremoti nella primavera 1808: l’acqua delle sorgenti puzzava di zolfo Tremano le valli Infernotto e Po Crolli, morti e terrore fra la gente

Catena di terremoti nella primavera 1808: l’acqua delle sorgenti puzzava di zolfo Tremano le valli Infernotto e Po Crolli, morti e terrore fra la gente
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Tra i documenti in archivio si trova un corposo rapporto su una serie di movimenti tellurici che interessarono le nostre valli Po, Pellice, Chisone e le valli transalpine della Durance e del Guil nella primavera 1808. Ne deriva una cronaca dettagliata del fenomeno e delle situazioni che si vennero a creare.IL 2 APRILE

La prima scossa fu avvertita alle ore 5 e 43 minuti del 2 aprile 1808 in tutti i territori delle valli Po, Pellice e Chisone.

La scossa causò numerose fessurazioni nei muri, fece crollare alcune case e numerosi solai. Questo allarme, che ha creato panico tra gli abitanti, allo stesso tempo è stato utile in quanto ha evitato alle persone di rientrare nelle case ed ha quindi evitato alla popolazione di perire sotto le macerie della seconda scossa che si verificò lo stesso giorno alle ore 9 e 15.

Le scosse continuarono più o meno intensamente dal 2 aprile al 12 maggio creando sconcerto e sconforto tra gli abitanti delle aree colpite.

Tutti i notabili e le persone di rango inviarono al prefetto delle relazioni sullo stato dei territori colpiti.

Da Barge le informazioni furono trasmesse dall’avvocato Giacinto Cogo oltre a quelle rilevate dagli ispettori inviati dalla prefettura.

Per rimanere nel territorio bargese la prima scossa ebbe un effetto devastante è causò danni considerevoli alle abitazioni. Anche la scossa delle ore 21 fu pressoché uguale a quella del mattino. Occorre dire che non esistendo sistemi di misurazione la sensazione, legata allo spavento e alla fantasia popolare, era uno dei principali parametri di valutazione.

Nella notte si segnalarono oltre cinquanta scosse più o meno forti e durante la giornata il tempo fu variabile e fresco.

A Vigone vi fu un decesso, una signorina di nome Adriani morì colpita al capo da una plancia di legno caduta dal tetto. La scossa del 2 aprile fu avvertita sino ad Aix en Provence e a Marsiglia.

A Gap la scossa fece suonare le campane a causa delle oscillazioni impresse alle costruzioni. Così pure a Briancon. Nelle vallate francesi prossime al Monviso crollarono numerosi campanili e camini sui tetti delle case.

Nei giorni seguenti, senza esclusione, scosse più o meno intense furono avvertite in continuazione e le condizioni atmosferiche cambiarono lasciando spazio a temporali, grandine e fulmini.

IL 12 APRILE

Il cronista narra che il giorno 12 aprile a Barge si ebbero numerose scosse sia di giorno che nella notte, con lampi e tuoni. Narra, il cronista, che un manifesto intriso di pioggia attaccato alle persiane della finestra della gendarmeria abbia preso fuoco.

Il 15 aprile nel pomeriggio, verso le 15 circa, una forte scossa che durò quasi 3 secondi causò molto panico. Seguirono altre più lievi una mezz’ora dopo.

A Revello la scossa durò circa 8/9 secondi e un’ora più tardi fu seguita da un’altra scossa di uguale intensità ma di durata più breve. Una terza si fece sentire alle due dopo mezzanotte e questa fece abbandonare le abitazioni e obbligò gli abitanti a bivaccare all’aperto.

Le scosse del pomeriggio e della notte furono tutte giudicate molto forti e causarono una grande paura negli abitanti di Revello, Paesana, Barge, Cavour, i quali avevano già enormemente sofferto per le calamità dei giorni precedenti.

Tutti furono concordi nel paragonare queste ultime scosse a quelle del 2 aprile.

Il 16 le scosse si susseguirono in tutta la regione e a Barge alle ore 2,30 del mattino vi fu una scossa molto forte seguita da tremolii che durarono per circa 11 secondi. Tutto questo causò danni, pari a quelli che si ebbero con la scossa del 2 aprile, sia su edifici pubblici che privati. Sul Montebracco ed in altri luoghi si notarono dei fuochi (volanti) fatui e nell’aria si sentì un forte odore di fosforo. L’acqua di numerose fontane divenne torbida e lattiginosa.

IL 18 APRILE

Il 18 a Cavour e a Barge verso le 4 del mattino scosse molto violente seguite da altre più leggere verso mezzogiorno.

Gli ispettori della prefettura passando quel giorno da Barge, annotano con dispiacere come l’intensità delle ultime scosse avesse notevolmente danneggiato le abitazioni oramai abbandonate dagli abitanti che si erano rifugiati sotto le tende.

Quel giorno il sindaco di Barge sposò due giovani, per impraticabilità del municipio, sotto la tenda piantata nel suo giardino.

IL 20, 22 e 24 APRILE

Il 20 aprile alle 2, quindi alle 3 e alle 4 del mattino, scosse abbastanza intense che unitamente a quelle delle 10 del mattino fece crollare quegli edifici che già erano danneggiati dalle scosse dei giorni precedenti.

Nella giornata del 22 si ebbero forti temporali accompagnati da grandine con chicchi grossi come noci così come nella giornata del 23 aprile.

Il 24 a Barge alle 21,15 scossa molto forte seguita da altre più deboli durante la giornata successiva. Temperature invernali con molto freddo, gelate notturne, tormenta e neve sulle montagne. Nei giorni a venire scosse sempre più leggere e di minore durata furono avvertite sin verso il 16 di maggio.

A Revello le forti scosse dei giorni precedenti fecero crollare alcuni muri del castello posto sui contrafforti del Montebracco.

Alcuni strani fenomeni furono in seguito rilevati in special modo legati alle sorgenti. Alcune si prosciugarono, da altre cominciò a sgorgare acqua in quantità abbondante, da altre ancora si dice che sgorgasse acqua che puzzava di zolfo.

Alcuni raccontano di improvvisi ingrossamenti di torrenti e bedali, verificatisi alcuni istanti prima della scossa iniziale, e di come alcune lavandaie intente a lavare furono costrette ad abbandonare ceste e panni alla furia delle acque per salvarsi.

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