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Cava di San Vitale: nessun accordo, si va a processo

Scambio al vetriolo tra Comune e comitato, che garantisce: «Non arretriamo»

Cava di San Vitale: nessun accordo, si va a processo

Come anticipato a inizio mese, è stata nera la fumata giunta dal palazzo di giustizia di Cuneo, dove si è discusso il procedimento di mediazione che ha visto confrontarsi il Comune di Busca e i legali di alcuni privati aderenti al comitato “no cava” di San Vitale. Un atto obbligatorio che avrebbe potuto ricomporre la frattura evitando il processo, che a questo punto diventa l’unica soluzione per dipanare la matassa.

Ma la tensione tra i due contendenti sale, alimentata a colpi di note stampa. Emergono da parte del comitato questioni di viabilità e varie criticità correlate al progetto di coltivazione di una nuova cava a San Vitale. Dall’altra il Comune fa sapere che il suo ruolo è marginale rispetto all’intera procedura, gettando acqua sul fuoco. «Ci siamo posti come sempre in posizione di ascolto e franco confronto con tutti i cittadini, partecipando attivamente al procedimento di mediazione, con il coinvolgimento di tutta la struttura amministrativa, ma purtroppo non è stato possibile raggiungere un accordo» precisa il sindaco Donadio, respingendo al mittente l’accusa di aver partecipato “da remoto” per mancanza di coraggio.

Spiegano dal Comune: «La richiesta di autorizzazione da parte di una società è di competenza della Provincia e avverrà a seguito della conclusione di un iter amministrativo complesso, nel quale il ruolo di Busca si limita a inserire l’attività estrattiva nel Piano regolatore comunale».

«Sul materiale eventualmente destinato a questo sito – aggiunge il primo cittadino – vigilerà l’Arpa».

Sulle barricate i volontari del comitato, coordinati dalla “pasionaria” Laura Mandaglio, già nota per aver combattuto diverse battaglie con bersaglio la giunta Gallo prima e Donadio oggi. «Riteniamo l’assenza in tribunale degli amministratori, e dei legali, giunti da Torino a Busca, uno sgarbo istituzionale. Il Comune sacrifica interessi e risorse pubbliche a sostegno di un progetto privato».

Tante le contestazioni sollevate dal Comitato in una nota, che possiamo sintetizzare così: «Le esigenze di insediamento di un imprenditore esterno si scontrano con il buon senso e le consuetudini di residenti e lavoratori ignari, che difendono un contesto ambientale incontaminato e florido: zone agricole fertili, lavorate da secoli. Non intendiamo arretrare di un solo passo e perseguiremo la nostra richiesta di giustizia per far accertare la natura privata di via Basilio».