Coinvolte nel progetto della Regione: Monge di Monasterolo di Savigliano, Mondo del Vino di Priocca e Cuvage di Acqui Assunzioni in Piemonte per 60 figure in tre importanti aziende del territorio
Tre importanti aziende in Piemonte hanno partecipato ad un progetto realizzato dalla Regione che porterà a oltre sessanta nuovi posti di lavoro negli stabilimenti produttivi: la Monge Spa di Monasterolo di Savigliano (CN), Mondo del Vino di Priocca (CN) e Cuvage di Acqui Terme (AL).
E in un momento difficile come questo che le aziende stanno vivendo, e con loro tutti i lavoratori, è un buon segnale di ripresa e speranza.
L’accordo di sviluppo è stato approvato in Giunta regionale tra MISE (Ministero dello Sviluppo economico), Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A.- Invitalia e alcune società produttive operanti sul territorio piemontese che prevedono l’intervento e la partecipazione dell’Ente Regionale.
La legge regionale che lo prevede è la numero 34/2004 che definisce il cofinanziamento diretto a sostenere e favorire la realizzazione di investimenti rilevanti per lo sviluppo sostenibile e per la qualificazione del sistema produttivo del territorio piemontese.
MONGE
Monge, leader nel settore degli alimenti per cani e gatti dal 1963, ha sede a Monasterolo di Savigliano dove sono strutturati tutti i reparti: produttivo, controllo qualità, ricerca sviluppo, logistica, marketing e direzione. Una squadra di 300 dipendenti e 120 venditori, capace di assicurare una crescita costante nel tempo. In questo caso, l’investimento progettuale di oltre 9 milioni sarà destinato per la realizzazione di un programma relativo alla trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli ed in particolare della produzione di articoli per l’alimentazione degli animali da compagnia, nello stabilimento produttivo cuneese, nel periodo 2020/2023. In questo caso l’incremento occupazionale previsto nel progetto è di quaranta addetti.
MONDO DEL VINO
Mondo del Vino, nato nel 2013 come holding di un gruppo di aziende vinicole, conta oltre 240 dipendenti distribuiti nelle sue diverse sedi. In Piemonte, regione dalla quale provengono i vini che generano il 20% di share del fatturato aziendale, Mondodelvino conta 153 dipendenti tra Priocca (128) e Acqui Terme (25). Di questi 71 sono residenti in provincia di Cuneo, 61 in provincia di Asti, 14 in provincia di Alessandria e 7 in provincia di Torino.
Il progetto, di 8,8 milioni di investimento, prevede l’ampliamento della capacità produttiva del sito ubicato in Priocca (nelle Langhe) l’introduzione di impianti e macchinari finalizzati a potenziare la produzione, con migliorie sul reparto vinificazione e su quello di imbottigliamento riducendo i consumi energetici, grazie all’impiego di impianti tecnologicamente avanzati e maggiormente performanti.
CUVAGE
Stessa situazione prevista anche per la Cuvage con l’ampliamento della capacità produttiva del sito ubicato in Acqui Terme (AL), casa spumantiera che punta su vitigni autoctoni come Nebbiolo e Cortese, uniti a vitigni internazionali classici.
Qui, il progetto nuovo prevede l’introduzione di impianti e macchinari volti a potenziare la produzione (vini spumanti con metodo charmat e classico) e a razionalizzare il reparto vinificazione e imbottigliamento (autoclavi per produrre ulteriori quantità di spumanti), nonché a rendere maggiormente efficienti i costi e ridurre l’impatto ambientale; la realizzazione degli investimenti consentirà un incremento occupazionale complessivo di ventuno nuovi addetti.
L’ASSESSORE TRONZANO
L’assessore regionale alle Attività Economiche e Produttive Andrea Tronzano esprime «La più alta soddisfazione per la capacità del tessuto produttivo di molte aziende della Regione in grado di aumentare sempre più la propria efficienza utilizzando nella giusta misura le opportunità che i fondi regionali possono dare. Efficienza, tecnologia, nuove tecniche di produzione, piena occupazione sono le parole chiave su cui investire per un futuro produttivo di altissima qualità».
I DATI DELL’ISTAT
Secondo i dati diffusi dall’Istat nel report post-Covid dello scorso giugno, in Italia emerge un sistema produttivo nel quale, al netto del generalizzato utilizzo della Cassa integrazione, prevalgono le strategie di riorganizzazione dell’impiego della forza lavoro, attuate da oltre la metà delle imprese con almeno tre addetti che hanno adottato iniziative gestionali a seguito dell’epidemia. La possibilità di riorganizzare il lavoro è ovviamente legata alla continuità dell’attività aziendale e risulta quindi più diffusa (65,2%) tra le unità che non hanno subito i provvedimenti di lockdown e tra quelle che sono state in grado di riaprire prima del 4 maggio (60,9%) o in corrispondenza di quella data (46,9%). Oltre alla rimodulazione dei tempi lavorativi, il 29% delle imprese ha intrapreso azioni per contrarre l’input di lavoro, il 15% ha rinviato la crescita prevista e solo il 3% ha assunto personale o incrementato le ore lavorate. Sebbene su scala molto più contenuta, la continuità dell’attività aziendale ha svolto un ruolo decisivo anche in relazione agli strumenti di ampliamento del personale che sono stati utilizzati in misura preponderante dalle imprese sempre aperte o riaperte intorno al 4 maggio.