Con Teo Costa brindisi mondiale

Con Teo Costa brindisi mondiale
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Il cin cin d’autore che non manca mai tra i Superpremi della Gazzetta, quest’anno ha la griffe delle cantine Teo Costa. L’azienda di Castellinaldo d’Alba, sulle colline del Roero, conta 50 ettari di terreni vitati tra Roero e Langa, cui si sono aggiunti di recente 40 ettari nell’Alto Monferrato.

Globalmente, Teo Costa ha messo a dimora e coltiva circa 450 mila viti. Di alta qualità l’intera produzione, ben nota a una clientela che è insieme locale, italiana e internazionale.

Ai nostri lettori proponiamo una selezione che comprende il classico Nebbiolo Ligabue, il Barbera Sanmicè, l’Arneis Lamiana, la Favorita Costabianca e le bollicine Gaule Subalpine (da uve Arneis).

E’ una firma prestigiosa del vino, Giancarlo Montaldo, a raccontarci il mito Teo Costa.

Si legge chiara negli occhi di Antonio Costa, il patriarca dell’azienda agricola Teo Costa con più di 65 vendemmie sulle spalle, la soddisfazione per i due nuovi importanti premi giunti all’azienda di Castellinaldo d’Alba dalla 27° edizione del Concours Mondial de Bruxelles, le cui selezioni finali si sono tenute in settembre a Brno, in Repubblica Ceca, tra 8.500 i vini a concorso di 46 paesi produttori.

Teo Costa già negli anni passati ha raccolto riconoscimenti dal Mondial de Bruxelles, ma stavolta sono più significativi, perché a essere premiati sono due vini a vitigno Nebbiolo che ben rappresentano lo stile di armonia e fragranza che caratterizza l’azienda: medaglia d’oro al Nebbiolo d’Alba Doc Ligabue 2018 e medaglia d’argento al Barbaresco Docg Lancaia 2017.

Bella e speciale - come un po’ tutto in casa Costa - è la storia dell’etichetta del Nebbiolo Ligabue. Più di vent’anni fa, Roberto Costa scoprì casualmente che la mamma del pittore naif Ligabue di cognome faceva “Costa”. Si appassionò alla vicenda fino a chiedere al Sen. Amadei, uno dei maggiori collezionisti di opere di Ligabue, la possibilità di usare i soggetti di alcuni di questi quadri per caratterizzare le etichette dei vini aziendali. Così, l’autoritratto di Ligabue venne abbinato al Nebbiolo d’Alba e da quel momento quel vino è per tutti “Ligabue”.

UN MONDO ANTICO E MODERNO

Dagli appena 3 ettari iniziali, l’azienda è passata all’attuale superficie totale di 90 ettari suddivisa tra le varie zone collinari nell’Albese (a Castellinaldo d’Alba e Castagnito nel Roero e, nelle Langhe, a Treiso nella zona del Barbaresco e a Novello nell’area del Barolo) e il paese di Montechiaro d’Acqui, nell’Alto Monferrato, dove le produzioni sono in prevalenza orientate all’Alta Langa Metodo Classico e a vari vini della Doc Piemonte.

La superficie restante è fatta di boschi e altre coltivazioni. Una nota particolare merita l’allevamento allo stato brado di maiali neri della razza piemontese Cavour, alla cui ricostituzione l’azienda ha dedicato un impegno determinante.

Oggi sono i due fratelli Marco e Roberto Costa a condurre la struttura aziendale, coadiuvati dagli altri componenti della famiglia: papà Antonio e mamma Mariuccia rappresentano la saggezza e l’esperienza contadina.

Poi, c’è la nuova generazione che avanza: i figli di Roberto, Isabella, Viviana e Manuel; le prime due si occupano dell’accoglienza in cantina e collaborano alla gestione amministrativa, mentre Manuel - enologo - contribuisce allo sviluppo delle attività produttive dell’azienda, sia in vigneto che in cantina.

Ultima nota: nel 2013, in collaborazione con altre aziende vitivinicole del paese, Teo Costa ha creato il protocollo di agricoltura sostenibile "Libera Natura", volto a preservare la biodiversità, ottenere prodotti sani e a salvaguardare l’ambiente, pensando in modo particolare alle nuove generazioni.

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