«Così è nata e cresciuta l’epopea di Fruttinfiore» Parla Gigi Colombano, memoria storica della kermesse
Luigi Colombano, l’amico Gigi per tutti, fa parte della “cellula” che ha gemmato Fruttinfiore. Con un merito specifico, oltre ai tanti che si è guadagnato in una carriera pubblica da impiegato-modello del municipio (è andato in pensione a fine 2020) e nella specifica veste di anima della Pro loco: è stato Gigi a inventare il nome dell’evento, diventandone la memoria storica.
Ed è quindi naturale partire dal “pioniere” Colombano per ripercorrere una cavalcata di successo iniziata nel 2003 e che oggi tiene botta anche in forma digital-virtuale.
Gigi, come nacque l’idea?«C’è un antefatto. Nel 1997 l’allora presidente dell’Asprofrut Giovani Rubiolo, e il suo vice Domenico Sacchetto, avevano dato vita a “Farmer Fruit”, manifestazione per la promozione dell’economia locale che si era svolta sul piazzale dell’associazione. L’iniziativa non ha poi avuto seguito, ma ha rappresentato lo spunto per la nascita di Fruttinfiore. Perché nell’autunno del 2002, Domenico Sacchetto è stato nominato presidente di Asprofrut e, approfittando della concomitante sua carica di consigliere comunale, seppure di minoranza, ha convinto l’allora sindaco Paolo Persico a lanciare una grande rassegna oltre i confini di Asprofrut, capace di coinvolgere tutti i frutticoltori e un intero territorio. Io all’epoca ero presidente della Pro loco, mi hanno chiamato, ci siamo seduti a un tavolo, presente anche il vicesindaco Bruno Mana, e il progetto è decollato».L’iniziativa ha preso corpo in pochi mesi: come avete fatto?
«Trovato il nome, modestamente proposto dal sottoscritto, e individuato il periodo di svolgimento (il primo o secondo week-end di aprile) si trattava di allestire un programma credibile e di trovare le risorse, umane e finanziarie, necessarie all’impresa. Facile a dirsi, non semplice da realizzare. Ma la voglia di riuscire era così forte e condivisa, che ci siamo buttati a capofitto e così il primo fine settimana dell’aprile 2003 Fruttinfiore ha visto la luce».
Siete partiti subito col botto: quali sono stati gli assi vincenti?«Sicuramente l’inaugurazione in grande stile, alla presenza di autorità nazionali e regionali, che ha avuto un largo risalto mediatico. Poi un’esposizione all’avanguardia, sul piazzale dell’Asprofrut, che, non senza un pizzico di coraggio, abbiamo chiamato pomposamente Stao, Salone delle Tecnologie Applicate all’Ortofrutticoltura. E devo dire che ha fatto boom anche il mercatino delle specialità agroalimentari e artigianali lungo tutta via Roma, con il contorno dei prodotti tipici delle Regioni ospiti e dei Consorzi di tutela delle produzioni locali in Piazza Umberto 1°». E’ stato un grande lavoro di squadra. Chi c’era al vostro fianco?
«Fruttinfiore ha rappresentato fin da subito una rara esperienza di compartecipazione da parte di tanti attori interessati al rilancio del mondo frutticolo. La Regione ci ha dato il pieno appoggio, con l’impegno personale dell’allora assessore Giovanni Carlo Laratore, saluzzese. Al ministero delle Politiche agricole siamo arrivati grazie a un altro amico, il senatore buschese Teresio Delfino, che all’epoca era sottosegretario. I vertici di Coldiretti e Confagricoltura Cuneo sono stati pienamente della partita, così come la Camera di commercio, Confcooperative, Confartigianato, e il Creso che negli anni ha cambiato denominazione e ora si chiama Agrion. L’Atl di Cuneo ci ha dato una mano per la promozione e la Cassa di Risparmio di Saluzzo, con la sua Fondazione, ha sostenuto il nostro sforzo economico».
Anche il mondo produttivo ha raccolto la sfida. Chi c’era fin dalla prima edizione?«Grandi protagoniste sono state le organizzazioni di produttori che c’erano allora e che sono nate nel tempo: Asprofrut, Lagnasco Group, Cooperativa Jolly, Joinfruit, Solfrutta e Rivoira. L’ottenimento del marchio Igp da parte della Mela Rossa Cuneo è stato un altro momento importante per Fruttinfiore perché ci ha permesso di compiere un ulteriore salto di qualità».Infatti negli anni l’evento è cresciuto per dimensioni espositive e qualità degli appuntamenti. Quali sono stati gli step decisivi?
«Dopo poche edizioni, la nostra manifestazione ha ottenuto il riconoscimento di “Mostra-Mercato Nazionale di Frutticoltura”, qualifica che mantiene tuttora. Non possiamo dimenticare il grande apporto dato a Fruttinfiore dalla società Deik di Savigliano: il presidente Giorgio Baravalle e la sua vice Elena Cerutti sono stati gli ideatori di molte delle iniziative organizzate ancora oggi. Dopo la Deik è subentrata la Società Fly Eventi e, da alcuni anni, collabora con noi Valentina Masante, titolare dell’agenzia Vm Style che è con noi anche in questa edizione particolare e che ringraziamo vivamente per la competenza e l’entusiasmo che mette in campo».
Quest’anno, come già nel 2020, non sarà possibile purtroppo rivivere gli appuntamenti che hanno reso famosa Fruttinfiore. Vogliamo ricordarli? «Il Salone delle tecnologie applicate all’ortofrutticoltura rimane un punto fermo, e cercheremo di implementarlo in futuro. Lunga vita anche al Mercatino di Fruttinfiore e a Melagorà, lo spazio di Piazza Umberto 1° in cui viene promossa la frutta in tutti i suoi aspetti e le sue sfaccettature. Torneranno inoltre il Villaggio degli Ospiti e dei Consorzi di valorizzazione della provincia di Cuneo e le iniziative ospitate nel Castello. Sul piano sportivo e del benessere avremo ancora la “Cursa ‘d Pumalin” che si svolge il venerdì nel tardo pomeriggio e la “Camminata tra i frutteti in fiore” della domenica mattina. A tutto questo e molto altro si affiancheranno l’ormai classico “Premio Fruttinfiore”, istituito nel 2010, e il riconoscimento agli ottantenni del paese, promosso nel 2017 su idea di Cesare Gallesio, che vuole essere un sincero ringraziamento alle generazioni che con il loro lavoro e la loro intraprendenza hanno dato lustro a Lagnasco nel mondo».Novità per il 2022, quando si spera di poter riportare Fruttinfiore ai fasti del passato?«L’anno scorso era intenzione degli organizzatori promuovere anche delle passeggiate in bicicletta sul percorso della camminata, con la possibilità di affittare le bici sia normali che e-bike. Non se ne è fatto niente, ma il progetto rimane in piedi: avremo così una full-immersion totale in movimento nella realtà dei nostri frutteti e delle nostre aziende».