Crissolo: fondi neve in stand-by, si aspetta il Tar
Fra meno di due mesi si potrà conoscere quale sarà il futuro del turismo invernale di Crissolo e chi mai lo gestirà. Il 10 di maggio, infatti, il Tar (Tribunale amministrativo regionale) si pronuncerà sul ricorso avanzato dalla Sipre (la società della famiglia Genre che gestisce gli impianti di risalita della stazione sciistica) avverso alla decadenza della convenzione approvata all’incirca un anno fa (era il 14 maggio) dal consiglio comunale guidato dal sindaco Fabrizio Re.
Una decadenza che aveva tratto l’elemento portante dal fatto che l’efficacia della convenzione (la cui “bozza” era stata approvata due anni prima, il 5 giugno 2017) era «subordinata alla conclusione del procedimento di legittimazione dell’occupazione senza titolo di terre del demanio civico da parte della Sipre, che si impegnava a chiudere la conciliazione stragiudiziale». Tradotto: gestirai gli impianti una volta pagati gli usi civici.
La Sipre si sente unica vittima di presunte persecuzioni dell’amministrazione, lamentando il silenzio del Comune a ogni suo tentativo di addivenire a un accordo. E intanto prepara la sua difesa, carte alla mano, per dimostrare l’enormità del danno subito.
Il Comune, attendista a oltranza dopo tanto rombo di tuono, finora ha fatto sfoggio a settimane alterne della sua muscolatura, rinviando però le annunciate mosse eclatanti al prossimo Consiglio. Un “prossimo Consiglio” ancora da arrivare e che in alta val Po qualcuno attende dal 2018.
Un dato importante. Gli 800 mila euro della Regione per la realizzazione di un nuovo troncone di seggiovia (osteggiato dalla Sipre, che preferirebbe un prolungamento dell’attuale impianto biposto) non sono al momento assolutamente persi ma rigorosamente in stand-by. In attesa della sentenza del Tar.
La telenovela continua.