Da via Assietta a via Crispi: è storia

Da via Assietta a via Crispi: è storia
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«Pazienza gli usci. Dar del naso più in uno che in un altro è indifferente qui, dove l’ospitalità trova ancora i suoi cultori e ovunque si può trovare una polenta amica, ma in quelle strade, bisogna convenirne, colle loro nuove denominazioni, stanno per diventare un incubo, da far ammattire più di un cervello».

Inizia così un articolo pubblicato nel 1911, su un settimanale locale, in cui viene annunciata la nuova toponomastica delle vie di Cardè. Può far sorridere pensare che il cambio di denominazione di alcune strade di un paese piccolo come quello lungo le rive del Po possa davvero disorientare cittadini e forestieri. Eppure, evidentemente non senza sarcasmo, allora la notizia fece parlare tanto da essere inserita nella prima pagina del giornale.

Una testimonianza importante comunque, che riporta indietro nel passato, a quando la vita di paese era ancora una vita di comunità, se è vero che tutti erano pronti ad offrire un pasto a chi si presentava all’uscio di casa.

Nel 1911 il nucleo abitato di Cardè era concentrato a quella che oggi è la parte nord del paese, dal castello fino all’incrocio con via Moretta, oltre ad un nucleo di case sul lato ovest. La strada maestra, per disposizioni comunali viene intitolata al re e diventa quello che ancora oggi è corso Vittorio Emanuele.

La via accanto alla parrocchia diventa via Assietta (la targa è ancora visibile all’angolo con il muro di cinta del castello). Una denominazione che durerà pochi anni, perché verrà intitolata successivamente a Crispi. Curiosa la scelta di intitolare il passaggio all’uomo politico siciliano, grande avversario di Giovanni Giolitti. Ma evidentemente in paese c’era chi non gradiva lo statista di Dronero, se è vero che, proprio nel 1911, come recita lo stesso articolo di giornale, viene creata in paese via Dronero e la scelta cade sul vicolo che conduce ai vespasiani. Lo stesso articolista rileva: «C’era un vicoletto o meglio un pied a terre… vespasiano, ed anch’egli dovette assumersi il suo distintivo, e fu chiamato via Dronero. Perché? Mistero atroce, che non è lecito cercare di squarciare. Si contenti ciascuno nell’intimo del suo cuore di esclamare “Dio ci guardi dalla politica”».

Tra le altre nuove vie della “rivoluzione” toponomastica cardettese ci sono via Marsala (di cui si è persa la memoria, probabilmente sostituita dopo la Seconda Guerra Mondiale dalle strade intitolate ai partigiani), via Pellico e via Deodata Saluzzo. L’attuale via Appendino, nel primo tratto definita allora come la “circonvallazione est” veniva chiamata via dei Fiori.

Un’ultima curiosità: nasce nel 1911 via Po, a sostituire quella che fino ad allora era la via degli Ortassi. A cento anni di distanza, per tutti i cardettesi, quella strada resta ancora “la strada degli ortassi”.

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