Dal negozio di Venasca al colosso di Busca
L’impresa buschese che oggi si chiama Granda Zuccheri vanta una storia ormai lunga, ch veleggia verso il secolo di vita.
E’ il 1937, quando Chiaffredo Rinaudo di Venasca. capostipite della famiglia, inizia a lavorare nel settore dei prodotti alimentari. Il figlio Guido, diplomato maestro ma con vocazione da imprenditore, agli inizi degli anni ’60 concentra l’attività nei settori dello zucchero e della torrefazione del caffè. A partire dal 1966, Guido è agente di Eridania, il colosso nazionale dello zucchero, nato come società anonima a Genova nel 1899, e poi inglobata dal gruppo Monti, di cui è amministratore delegato Giuseppe De Andrè, padre del cantautore Fabrizio.
Il giovane Rinaudo trasferisce l'attività nell'area produttiva di Busca, lungo la strada per Costigliole, avviando un progetto allora pionieristico: lo zucchero in monodose, la famosa “bustina”. E così, dopo aver lasciato il settore del caffè, Granda Zuccheri cresce nel nuovo stabilimento dedicato non soltanto alla distribuzione, ma anche alla linea di confezionamento.
L’anno 1977 è quello della prima storica importazione dalla vicina Francia, mentre nel 1993 Granda Zuccheri diventa la prima società italiana a trattare lo zucchero biologico.
Nel 2000 Fausto Rinaudo, espressione della terza generazione della famiglia, termina una fondamentale esperienza in Eridania-Beghin-Say e si appresta a seguire le orme del padre.
Successivamente, gli investimenti di Granda Zuccheri si concentreranno non soltanto in nuovi reparti di confezionamento, ma anche nella logistica, creando società ad hoc e culminando nel 2019 con l’acquisizione di Trae (Trasporti europei), storica azienda locale specializzata in depositi e trasporto intermodale.
Oggi la holding di famiglia raggruppa quattro società, con oltre 90 persone impiegate e un fatturato che supera i 45 milioni di euro. «Tuttavia - sottolinea Fausto Rinaudo - l’impronta dell’azienda familiare rimane, visto che oggi qui ci siamo io con mia moglie Sandra, mio cognato Roberto e mia sorella Anna Sara. E qui spendiamo il meglio del nostro tempo, energie e risorse».
Fausto ricorda quanto sia fondamentale per Granda Zuccheri l'aria che si respira all’interno dell’azienda: un clima familiare, sereno e aperto, volto a valorizzare il dialogo costruttivo, il confronto positivo e disponibile, affinché “l’uomo al centro” non sia soltanto un bel modo di dire, ma qualcosa di concreto da vivere sempre, pur nelle difficoltà di tutti i giorni.
Ed è con questo spirito che la famiglia Rinaudo si proietta nel prossimo triennio: la realizzazione di un nuovo stabilimento, di fronte all’attuale, di circa 6 mila mq, dotato di un inedito sistema di rebulking, che è un processo di trasformazione dello zucchero, da big bag a sfuso, che ora diventa del tutto automatico e totalmente robotizzato.
Il progetto è ambizioso: l’adozione di una nuova linea automatizzata per i pacchi di 1 kg sfusi, con “pallettizzatore” integrato; l’implementazione di un software informatico di gestione aziendale, che integra e connette tutte le aree funzionali dell’impresa.
«Ma il progetto più grande e sfidante - osserva Fausto - è il recente ingresso in azienda di mio figlio Lorenzo, il primo della quarta generazione di una famiglia, che, come diciamo noi, cerca di rendere un po’ più dolci le giornate a milioni di persone».