De Santis condannato a tre anni «La verità verrà presto alla luce»
«La mia colpa è quella di aver fatto del bene a delle persone sbagliate, ma sono certo che prima o poi tutta la storia verrà alla luce»: è un Raffele De Santis amareggiato quello all’indomani della sentenza di lunedì scorso che lo vede condannato a 3 anni di reclusione per appropriazione indebita e per la falsificazione di una firma.
Sono invece 3 i capi d’accusa decaduti. Osserva De Santis: «La cosa veramente assurda è che sono stato assolto per l’accusa di truffa ma condannato per appropriazione indebita: cioè mi sarei tenuto dei soldi non miei, senza aver truffato. Ma come è possibile?. Intanto ringrazio tutti, soprattutto i due avvocati che sono al mio fianco Carlo Savio e Sara Ambrassa». Trascorreranno ora 90 giorni durante i quali Raffeele De Santis ha già annunciato che ricorrerà in appello.
Secondo il procuratore Pier Attilio Stea, De Santis vendeva nel suo negozio di Moretta capi di abbigliamento di note marche che le aziende avevano regalato alla sua associazione Santa Monica Onlus. Il ricavato di questi capi sarebbe dovuto essere versato all’associazione e non trattenuto. «A Moretta - spiega De Santis - mi conoscono tutti e chiunque sa che i capi dell’associazione erano senza etichetta e senza marchio, solitamente fallati o non completi e per questo non avrei mai potuto venderli in negozio. Quelli per la vendita erano regolarmente fatturati a nome del negozio ed erano completi di tutto».
Stando alle indagini De Santis avrebbe guadagnato qualcosa come 100 mila euro dalla vendita di questi capi regalati all’associazione. La denuncia è scattata dal gruppo Le Nuvole di Savigliano con cui la Santa Monica ha collaborato nel corso degli anni. Proprio un litigio e una chiusura della collaborazione sarebbe, stando alle parole di De Santis, alla base di questa denuncia fatta essenzialmente per ripicca e poco altro.
«Sono già stato contattato da due importanti trasmissioni televisive - spiega il morettese - che stanno analizzando i filmati che ho depositato in una denuncia ai carabinieri e di cui, a oggi, non ho ancora saputo nulla. In questi filmati ci sono delle testimonianze di ragazzi del gruppo le Nuvole che dicono delle cose ben precise. Chi mi ha denunciato sapeva di questi filmati e ha voluto fermarmi con questa denuncia».
«Chi mi conosce lo sa: io vivo per la Santa Monica ma non sulla Santa Monica. In questi anni il mio tenore di vita non è cambiato di una virgola, a essere compromessa è stata solo la mia salute per aver aiutato le persone sbagliate. Ma sono qui: ci metto la faccia e non ho nulla da nascondere, nemmeno quei filmati che sono sicuro prima o poi verranno alla luce e chiariranno il motivo da cui è scaturita la denuncia».