Demarchi, il Malaussène del Consiglio

Demarchi, il Malaussène del Consiglio
Pubblicato:
Aggiornato:

«Volevo votare sì, da come si capisce anche dall’intervento che ho fatto, ma distrattamente ho votato per l’astensione. Siccome però la votazione non era conclusa, ho rettificato. Il consigliere Revelli ha fatto polemica perché forse non sa che la rettifica in consiglio regionale è assai frequente, non c’è nulla di male. Il regolamento prevede che fin quando la votazione non è terminata si può cambiare. Sinceramente non capisco dove sia il problema».

Così si giustifica Paolo Demarchi, protagonista di un episodio in coda al consiglio comunale di giovedì, l’unico che ha ravvivato una fiacca seduta. Si trattava di votare un ordine del giorno di solidarietà ai paesi delle valli colpite dall’alluvione del 2 ottobre e Demarchi, collegato in web, ha avuto un momento d’incertezza che ha infiammato per una decina di minuti il finale della seduta.

Non è la prima volta che il consigliere viene considerato dalla maggioranza alla stregua del signor Malaussène, protagonista dei racconti di Daniel Pennac, che di professione fa il “capro espiatorio”.

Demarchi, che in teoria è il rappresentante istituzionale più alto in grado essendo anche consigliere regionale, viene infatti preso sovente a pesci in faccia, dialetticamente parlando, dal sindaco, non avendo ancora affinato adeguate capacità di reazione.

Stavolta è toccato al consigliere di maggioranza Roberto Revelli, che non gli ha perdonato la gaffe. Facendo appello al regolamento consiliare, Revelli gli ha chiesto conto del suo cambio di posizione e ha preteso che l’episodio venisse consegnato agli atti in delibera.

«Mi auguro si sia trattato davvero di un errore. In caso contrario - ha detto Revelli - rischiamo di creare un precedente pericoloso: aspettare che tutti votino per poi dire “mi sono sbagliato”».

Archivio notizie
Ottobre 2024
L M M G V S D
 123456
78910111213
14151617181920
21222324252627
28293031